Milano. I carabinieri del Racis attribuiscono un testo inedito a Gabriele D’Annunzio risalendo al dna estratto da un “pegno d’amore” del Vate datato 196.
A distanza di 99 anni, i tecnici scientifici del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Milano sono riusciti ad attribuire a Gabriele D’Annunzio la paternità di un testo inedito del quale non si aveva certezza che appartenesse al poeta pescarese.
E per riuscirci hanno “scavato nel torbido”, ripercorrendo quel filone dannunziano che vuole il Vate protagonista di episodi di dubbia moralità. Così i militari hanno preso in prestito dal museo del Vittoriale un fazzoletto datato 1916 che D’Annunzio aveva macchiato con il proprio liquido seminale per donarlo a una sua amante come ricordo di una notte d’amore. Estraendone il dna da quella “firma biologica” e confrontandolo con quello prelevato dal testo si è appurata la natura dannunziana dell’inedito testo.