Casacanditella e San Martino sulla Marrucina. La devozione verso il santo monaco egiziano assume caratteristiche speciali, che ogni anno vengono riassunte nella tradizione delle “Farchie” di Fara Filiorum Petri, che agli originari significati religiosi ha aggiunto memorie storiche del periodo dell’occupazione francese.
In realtà la tradizione delle farchie è ben viva sulle colline teatine e i due borghi, peraltro limitrofi a Fara Filiorum Petri, mantengono intatte le tipiche feste contadine della vigilia di Sant’Antonio con le alte torri di canne incendiate in onore del patrono delle messi: Casacanditella e San Martino sulla Marrucina celebreranno domani sera le loro “farchie”, che in parte sono dissimili da quelle faresi.
A Casacanditella, la tradizione è legata alle singole contrade del paese, ognuna delle quali ha la sua piccola farchia da incendiare all’interno del proprio territorio e attorno alla quale i contradaioli fanno festa con grasse libagioni, a base del maiale appena ucciso. Negli ultimi anni, pur mantenendo la consuetudine della farchia di contrada, la festa viene celebrata unitariamente attorno alla “grande farchia” in contrada Calcara, che simbolicamente è metà strada tra le due “anime” del paese, quella del centro e quella di Semivicoli. Anche nell’edizione 2010, ogni contrada di Casacanditella ha deciso di portare la sua farchia alla Calcara: così saranno ben 12 le torri di canne che quest’anno svetteranno al tramonto del sole, corredate da una festa popolare organizzata nei minimi dettagli a base di musica e cibo.
A San Martino sulla Marrucina, invece, la farchia viene accesa sabato, giorno della memoria liturgica di Sant’Antonio, alle porte del paese, presso la chiesetta della Madonna del Suffragio, a simboleggiare l’apertura dei paesani a tutti coloro che vogliono condividere la gioia per l’uccisione del maiale, che nella civiltà contadina ha sempre rappresentato una fonte di ricchezza per tutte le famiglie. Grazie al lavoro dell’assessore Giovanni Dell’Arciprete, organizzatore da tempo insieme alla sua famiglia dell’antica tradizione legata alle farchie, sarà offerto un lauto banchetto a base di dolci tipici e carne di maiale a tutti coloro che vorranno intervenire.
Casalincontrada. Si rinnova domani pomeriggio l’antica rassegna dei carri di Sant’Antonio a Casalincontrada. Il primo atto della festa è in programma alle 15 con il corteo delle “panettelle” (dal nome di un panino tipico che si prepara nei forni di campagna, fatto con l’anice), che partirà da contrada Iconicella per dirigersi nel cuore del paese dove i carri allegorici, che rappresentano scene di vita contadina, torneranno a compiere la tradizionale sfilata, circondati dall’allegria dei festeggiamenti.
Alle 19.00 tutto il paese sarà in piazza per le sagne e fagioli, la porchetta e le salsicce arrosto offerte dal Comitato Feste e l’apertura della mostra dei canestri intrecciati, realizzati dai ragazzi delle scuole medie del paese, che in questi mesi di scuola hanno appreso questa antica arte da un anziano maestro cestista di Casalincontrada.
Domenica 17 gennaio, invece, memoria liturgica di Sant’Antonio Abate, la seconda parte della tradizione: alle 12 la processione, che si dipanerà dalla chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire, a conclusione della quale, in piazza del Municipio, ci sarà la cosiddetta “estrazione dei mai”, una divertente e chiassosa asta di salami e prodotti tipici.
Nel pomeriggio, invece, alle 15.00 verrà introdotta una novità alla tradizione: si svolgerà infatti la cosiddetta “corsa del maiale”. Si tratta di una gara goliardica che vede protagonista un maialino con una coccarda sul collo, chiuso in un recinto di balle di paglia e un ragazzo di ogni contrada del paese: i partecipanti si sfideranno cercando di afferrare la coccarda nel minor tempo possibile. Al termine ci sarà la tradizionale “riffa del maiale”, con in palio un intero suino.