La legge antipirateria, che doveva servire a impedire di utilizzare mezzi non legali per assistere alle partite del campionato, ha di fatto impedito la visione anche a chi era regolarmente abbonato
Era stata varata soltanto qualche settimana fa con enorme soddisfazione di tutte le parti in causa, perchè avrebbe finalmente messo fine al furto delle partite in diretta che ogni settimana si perpetrava da parte di utenti senza scrupoli, invece si è rivelato un clamoroso autogol da parte della Lega di serie A.
La famigerata piattaforma antipirateria Piracy Shield, messa a punto dalla Lega Serie A e adottata dall’Agcom con l’obiettivo di fermare i siti streaming illegali delle partite di calcio, ha clamorosamente e incredibilmente sbagliato il suo obiettivo e ha bloccato uno dei servizi più utilizzati dagli utenti del web per guardare la diretta della propria squadra del cuore.
Clamoroso errore
I famigerati pirati del pezzotto ora si possono affondare, addirittura durante le partite, individuando anche i domini da dove arrivavano le richieste, in tempo reale. Questo era stato l’annuncio dato in pompa magna dalla Lega di Serie A alcune settimane fa insieme all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Tutto questo doveva diventare realtà grazie a un sistema che metteva in comunicazione un gruppo di internet provider, anche se lasciava fuori i grandi fornitori nazionali dei servizi internet. La minaccia di arrivare all’intestatario del furto entro 30 minuti, in pratica prima della fine del primo tempo della partita “rubata”, sembrava un ottimo deterrente per far calare drasticamente una delle più grandi piaghe che affligge i servizi streaming a pagamento in Italia. Ma nella giornata di ieri qualcosa è andato storto e a essere bloccati sono stati migliaia di utenti che utilizzavano una delle piattaforme più popolari regolarmente abbonati ai suoi servizi per lavorare e studiare, scatenandone la furia sui social network invasi in pochi minuti da migliaia di proteste.
Ecco cosa è successo
Migliaia di utenti del nostro paese hanno così dovuto sottostare a un’interruzione temporanea di Google Drive, uno spazio dove poter archiviare i propri file in modo sicuro e aprirli o modificarli in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo, che ha impedito l’accesso e il download di questi file dalla piattaforma. Il problema non ha riguardato solo Google Drive, ma ha coinvolto anche altri servizi di Google, come YouTube, e ha avuto ripercussioni su aziende, scuole e università che fanno affidamento su Google Workspace per le loro attività. Tutto per un incredibile errore causato dalla nuova piattaforma antipirateria messa in piedi dalla lega di Serie A e chiamata Piracy Shield. Sono gli stessi broadcaster che segnalano i siti che trasmettono illegalmente i loro contenuti, che poi vengono bloccati, entro 30 minuti, dai provider. Ma evidentemente tra questi domini è finito erroneamente anche quello di Google Drive che quindi nella serata di ieri, durante la diretta di Juventus-Lazio, una delle più attese del fine settimana calcistico in Italia, ha di fatto bloccato anche chi in quel preciso momento stava utilizzando la piattaforma per lavorare o per studiare. Un sistema quindi che dovrà essere assolutamente perfezionato per evitare di ripetere errori così macroscopici che possano recare più danno di quanto si voglia evitare da chi utilizza il famigerato pezzotto.