Dopo la sentenza choc per il terremoto che ha colpito L’Aquila nel 2009, sono stati raccolti più di 15.000 euro per aiutare le famiglie
L’associazione ‘L’Aquila per la vita’ ha portato avanti una raccolta fondi per i familiari delle vittime del terremoto che nel 2009 colpì la il capoluogo abruzzese, costringendolo a rialzarsi ricostruendo quasi da zero un’intera città. Una raccolta portata avanti da Giorgio Paravano e altri componenti del gruppo che rapidamente ha portato a racimolare l’incredibile cifra di 16.537 euro.
Il commento di Paravano non può che essere quindi ricco di entusiasmo per il traguardo raggiunto e superato: “In meno di due mesi abbiamo raggiunto e superato abbondantemente il nostro obiettivo. Siamo soddisfatti perché abbiamo trovato una città e anche una regione solidale, visto che molte donazioni sono arrivate da fuori provincia”.
I soldi avranno uno scopo preciso: quello di permettere ai familiari di pagare le spese legali, dopo la sentenza choc di secondo grado sul sisma. Questa non solo ha messo economicamente con le spalle al muro le famiglie, ma ha anche scagionato nel luglio scorso la Presidenza del Consiglio per la morte degli studenti Nicola Bianchi, Ivana Lannutti, Enza Terzini, Michele Strazzella, Daniela Bartoletti, Sara Persichitti e Tonino Colonna.
La città si è mossa per questo, per mostrare la propria solidità ai loro concittadini, non farli sentire soli davanti a un’ingiustizia che inevitabilmente riporta alla luce il dolore di quindici anni fa.
Sentenza sul sisma, i ringraziamenti: “La memoria è ancora viva”
Il ringraziamento di Paravano diventa così inevitabile. Si rivolge ai singoli cittadini e ad alcune istituzioni che non si sono nascoste o tirate indietro davanti alla richiesta. Un posizione che dimostra come: “La memoria è ancora viva. La cosa sconvolgente è che lo Stato che avrebbe dovuto tutelare i nostri figli ora ci chiede i soldi, visto che costituita in giudizio era la Presidenza del Consiglio”.
Per dar parola alle associazioni dei familiari sono intervenuti in conferenza stampa Sergio Bianchi e Federico Vittorini, con il primo che ha detto:
“Ero sicuro che la comunità dell’Aquila avrebbe reagito positivamente, è stufa di ascoltare sentenze prive di sensibilità e di umanità e di non ottenere la verità: in alcuni passaggi di queste sentenze alcune persone vengono ripulite dalle loro responsabilità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è esposto anche Vittorini, che ha espresso anche un desiderio chiaro e significativo: “Il risveglio delle coscienze c’è stato a livello di comunità, sono queste le azioni che danno calore, che ti fanno rendere conto che i familiari delle vittime non sono una casta ma parte della comunità. La speranza è che non ci possa più essere la necessità di ricorrere a queste iniziative”.