Nelle ultime ore, i cittadini sono stati informati della recente novità che riguarderà Poste Italiane nel 2026. Ecco di cosa si tratta.
Poste Italiane è una delle aziende leader in Italia, con una storia al servizio dei cittadini che affonda le radici fino al 1862. L’azienda è diventata negli anni il punto di riferimento per tutti i servizi postali di invio e ricezione, nonché di ulteriore offerte finanziarie e assicurative per i propri clienti.
Poste Italiane vanta una fitta rete capillare di uffici postali dislocati in tutta Italia, i quali raggiungono anche i centri più piccoli, garantendo un servizio efficiente su tutto il territorio nazionale. Negli ultimi anni, in seguito all’avanzamento tecnologico, Poste Italiane ha ampliato i servizi anche nel suo settore digitale.
Poste Italiane, difatti, è in continua evoluzione e offre servizi sempre più digitalizzati, come l’app Postepay per gestire i pagamenti, l’area riservata online per i clienti registrati, lo SPID per accedere a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione e molto altro ancora.
Le ultime ore sono state caratterizzate dall’arrivo di una notizia direttamente da Poste Italiane. La nota azienda, infatti, dirà addio alle raccomandate e ai bollettini negli uffici postali entro il 2026, anno in cui scadrà la concessione del contratto per il servizio universale con lo Stato. Da tale anno, quindi, Poste Italiane potrebbe “non essere interessata a svolgere questo servizio”, dal momento in cui, secondo l’azienda, non conviene più essere fornitore del Servizio Universale.
Risposta negativa anche in merito alla possibilità di aprire gli uffici di Poste agli altri competitor nel campo dell’energia, come chiesto dal Garante della Concorrenza. “Si creerebbe una situazione come quella di più lavavetri che si contendono gli automobilisti al semaforo, c’è un problema di spazi, se ce lo impongono, allora a Poste non conviene più essere fornitore del servizio universale”, ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato dell’azienda.
Uno dei motivi alla base di questa possibile rinuncia consiste nella costante diminuzione delle attività legate alla corrispondenza. L’amministratore delegato ha evidenziato, infatti, che solo il 5% delle operazioni svolte presso le Poste riguarda il servizio universale. Negli ultimi dieci anni, l’azienda ha registrato un netto calo dei compensi per i servizi postali, nonostante i costi operativi restino elevati. Questo squilibrio finanziario ha spinto Poste Italiane a rivedere la propria strategia per il futuro.