Secondo il magistrato di sorveglianza di Milano Rosanna Calzolari, dicendo di essere stato condannato a vent’anni perché non c’erano prove, criticando la sentenza, parlando di moglie e amante e facendo una serie di osservazioni, ha dimostrato di non aver “compreso il significato e la valenza” dei permessi premio che sono parte di “un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto”.
Si tratta di parole da parte di Parolisi che hanno fatto indignare la famiglia Rea, seguita dall’avvocato Mauro Gionni.
Lo scorso 12 aprile, dopo 12 anni di carcere, il tribunale di sorveglianza aveva concesso all’ex militare la possibilità di uscire dal carcere una volta a settimana fino a ottobre.
Ma “la gravità delle esternazioni e l’assenza di consapevolezza” ha fatto revocare i permessi per “stimolare una approfondita riflessione”.