Le indagini sulla morte dell’abruzzese a Termoli continuano. E il legale dell’uomo ha fatto una ammissione che potrebbe rappresentare una svolta importante
Sono trascorsi ormai due mesi dalla morte di Andrea Costantini a Termoli. L’abruzzese lo scorso 15 settembre è stato trovato senza vita in una cella frigorifera in un supermercato. In un primo momento si era pensato ad un suicidio, ma la famiglia non ha mai creduto a questa versione chiedendo alla Procura di aprire un’indagine per omicidio. A rafforzare questa possibilità la presenza dietro la testa di alcune ferite da arma da taglio.
Una battaglia che i genitori di Andrea vogliono continuare anche nei prossimi giorni. Il Gip ha chiesto la riesumazione del cadavere dell’abruzzese, originario di Penne, per autorizzare l’autopsia per capire meglio l’accaduto. I punti da chiarire sono ancora differenti e vedremo se la svolta registrata in queste ultime ore porterà ad un chiarimento della vicenda.
La famiglia non ha mai creduto ad un suicidio, come ipotizzato in un primo momento, tanto che presto potrebbe essere aperta un’indagine per omicidio. “Ai genitori di Andrea – la versione del legale, citata dall’ansa – risulta che esisteva un rapporto altalenante e conflittuale fra lui e la compagna. In varie occasioni è stato allontanato dalla casa di quest’ultima. Lo dico perché l’hanno constato ed è stato a loro riferito”.
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L’avvocato ha sottolineato anche che “non esistevano screzi sulla vendita del terreno: i conflitti, maltrattamenti e i forti dissidi sono temporalmente avvenuti prima dell’acquisto o della vendita del terreno e non ci sono dei collegamenti fra questi”. Il legale ha anche svelato che “Andrea voleva separarsi dalla compagna e porre fine ad una convivenza divenuta insostenibile“.
Una situazione davvero molto particolare e che ha portato Andrea a ragionare sul ritorno a Penne tanto è vero che “aveva messo in vendita il terreno da lui appena acquistato. È la prova della sua volontà di allontanarsi dalla compagna alla quale non ha mai chiesto di sposarlo benché fosse la madre di suo figlio”.