Tre persone sono state arrestate a L’Aquila con l’accusa di terrorismo. La notizia in queste ultime ore ha fatto scoppiare una protesta. Ecco il motivo.
In Italia resta alta l’allerta per il terrorismo. La guerra in corso in Israele ha portato il nostro Paese ad alzare l’attenzione e aumentare i controlli. E proprio queste verifiche hanno portato la polizia a fermare tre persone di origine palestinese. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, gli indagati stavano pianificando degli attentati in territorio estero.
L’accusa nei loro confronti è quella di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico. Naturalmente le indagini ora vanno avanti per cercare di ricostruire meglio quanto successo e capire se ci sono anche altre persone coinvolte in questa associazione.
Come detto in precedenza, sono tre le persone fermate dalla polizia. E tra loro c’è anche Anan Yaeesh, un nome già conosciuto dagli inquirenti. Il 37enne, infatti, ormai da più di un mese è in carcere a terni su richiesta delle autorità israeliane e proprio queste ultime hanno chiesto l’estradizione.
Una richiesta che i legali del fermato stanno respingendo con forza sottolineando che il rischio è quello di trattamenti inumani e degradanti e tra queste c’è anche la tortura. Un arresto che da tempo sta portando manifestazioni in Italia e anche all’Aquila si è pronti a scendere in piazza per chiedere la scarcerazione di Yaeesh.
Un presidio per manifestare la propria vicinanza e solidarietà a Anan Yaeesh, il 37enne palestinese in carcere a Terni su richiesta del governo israeliano e destinatario del provvedimento emesso dalla Procura dell’Aquila in queste ultime ore per il rischio di attentati.
La notizia, però, è arrivata alla vigilia della sentenza della Corte d’Appello sulla richiesta di liberazione da parte dei suoi legali e domani non sarà solo il 37enne. Fuori dal Tribunale, infatti, è stato organizzato un nuovo presidio di solidarietà. La speranza è quello di ottenere la scarcerazione ed evitare una estradizione richiesta da subito dal governo israeliano.