Un uomo per vendicarsi della morte della moglie, arrivata in un incidente, si è messo a caccia del responsabile per ucciderlo
Negli scorsi giorni una storia aveva lasciato stupiti tutti i residenti di Limburgo, una città nei Paesi Bassi. Segnalata dal portale del posto Het Belang van Limburg, questa raccontava di un soldato americano ucciso da un uomo in cerca di vendetta.
Un dettaglio che aveva stravolto il risultato delle prime indagini della Procura, dalle quali era emerso che la vittima, invece, era stata accoltellata dal suo ex fidanzato. Una versione, quella dei media, che è stata confermata dalle stesse autorità in seguito ad alcuni accertamenti che sono stati condotti sul caso negli scorsi giorni.
L’identità del sospettato non è stata resa nota. Indicato come ‘M.’, l’uomo si sarebbe messo alla ricerca del militare perché ritenuto responsabile della morte della moglie. Prima, infatti, del suo omicidio lo statunitense era rimasto coinvolto in un incidente con la donna che, nonostante l’intervento dei soccorsi, aveva perso la vita poco dopo l’impatto.
Un dolore atroce per ‘M.’ che ha ritenuto i militari responsabili di quanto accaduto, al punto di decidere di farsi vendetta da solo, mettendosi a caccia del responsabile fino a insediarsi nella sua residenza di Pieter Breugellaan per poi colpirlo con un coltello e ucciderlo prima di darsi alla fuga.
L’assassinio
Le dinamiche dell’omicidio sono state rese note nelle ultime ore. Il soldato è stato colpito alle mani e al volto. Le urla di alcuni testimoni hanno allarmato anche il proprietario di un negozio di patatine che, accorso sul posto, ha messo in fuga l’aggressore.
In seguito a un breve inseguimento il negoziante è riuscito a fermarlo tre volte, dando il via a una rissa che, però, non è stata sufficiente per fermarlo. Le indagini delle forze dell’ordine hanno poi seguito più strade. Tra queste anche quelle dell’ex fidanzato che, però, è stato poi scagionato, come conferma anche la sua avvocatessa.
Anne-Catherine Gielen ha detto ai microfoni dei media locali: “È stato erroneamente etichettato come sospettato e questo è diventato chiaro dopo le indagini. Può porre fine a questo episodio con la decisione della Camera di Consigli”.
Quando le prove hanno, però, indicato ‘M.’ come responsabile era ormai troppo tardi. L’uomo era già fuggito dai Paesi Bassi, prima di togliersi la vita pochi giorni dopo. Il suo suicidio ha quindi fatto decadere il procedimento penale contro di lui, concludendo un dramma che si è concluso così con tre morti e un caso rimasto troppo tempo in sospeso.
