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Cronaca

Italiani all’estero, la multa è dietro all’angolo: attenzione al cavillo della nuova Legge di Bilancio

Italiani residenti all’estero c’è qualcosa al quale dovete fare molta attenzione. Stanno fioccando multe per tutti, ecco perché.

L’iscrizione all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) rappresenta un diritto-dovere per i cittadini italiani residenti all’estero ed è essenziale per poter usufruire dei servizi consolari e garantire l’esercizio di importanti diritti. Tuttavia, con l’introduzione della Legge di Bilancio n. 213 del 30 dicembre 2023, è stata introdotta una nuova sanzione.

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In passato, era sufficiente dimostrare che si era trascorso più di 183 giorni all’estero per evitare sanzioni. I contratti di affitto e di lavoro erano considerati validi mezzi per garantire una difesa fiscale, anche in assenza di iscrizione all’A.I.R.E., che comunque non comportava alcuna sanzione. Ecco però che cosa è cambiato

Nuove multe per italiani all’estero: attenzione

Tuttavia, a partire da gennaio 2022, la Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 1355/2022, ha stabilito che il trasferimento all’estero senza l’iscrizione all’A.I.R.E. non ha più rilevanza ai fini fiscali. In pratica, se un contribuente non risulta iscritto per la maggior parte dell’anno all’anagrafe dei residenti in Italia, viene considerato soggetto passivo d’imposta nel territorio nazionale.

L’iscrizione all’anagrafe dei residenti per la maggior parte del periodo d’imposta determina la presunzione assoluta di residenza fiscale in Italia. Di conseguenza, il contribuente viene considerato soggetto passivo. Finché non viene cancellato dall’anagrafe di un Comune italiano e iscritto all’A.I.R.E., il trasferimento della residenza all’estero non è rilevante ai fini fiscali.

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Il diritto tributario italiano si basa sul principio del “World Wide Taxation”, che prevede che tutti i redditi del cittadino residente fiscalmente in Italia siano soggetti a tassazione dal fisco italiano, indipendentemente dal paese in cui sono stati prodotti.

Nonostante il fatto che i redditi siano già stati tassati nel paese estero di produzione, ciò non giustifica l’opposizione al fisco italiano. Tuttavia, i trattati di divieto di doppie imposizioni tra i due paesi possono continuare ad essere validi ed efficaci.

Questa nuova disposizione interessa tutti i cittadini italiani che lavorano all’estero e non si sono ancora iscritti all’A.I.R.E. In assenza di tale iscrizione, il contribuente risulta fiscalmente residente in Italia e deve segnalare i redditi ottenuti all’estero nella dichiarazione fiscale.

È quindi fondamentale che i cittadini italiani che risiedono all’estero si informino e si attengano alle disposizioni fiscali e alle normative riguardanti l’iscrizione all’A.I.R.E. Questa è l’unico modo per evitare multe e sanzioni e garantire una gestione corretta delle proprie responsabilità fiscali sia in Italia che all’estero.