I Mondiali di calcio del 2034, che si dovrebbero disputare in Arabia Saudita, sono a rischio per violazione dei diritti umani
I Mondiali di calcio del 2034 sono in dubbio. A muovere i primi dubbi sulla correttezza etica e morale nel disputare la Coppa del Mondo in Arabia Saudita è Amnesty International e Sport & Rights Alliance come richiesto direttamente Steve Cockburn.
“Assegnare la Coppa del Mondo del 2034 all’Arabia Saudita senza credibili garanzie di riforma avrà un costo umano. I tifosi saranno discriminati, i residenti saranno sfrattati con la forza dalle loro case, i lavoratori migranti saranno sfruttati e molti moriranno”. Un caso non troppo dissimile da quello sollevato nel 2022, quando nel mirino c’era lo svolgimento della competizione calcistica in Qatar.
Questo ha poi proseguito aggiungendo: “La FIFA deve fermare il processo fino a quando non saranno messe in atto adeguate garanzie sui diritti umani per evitare che la situazione già terribile si deteriori ulteriormente”.
Quello dei diritti umani, d’altronde, è uno degli argomenti sollevati anche dall’opinione pubblica, che spesso ha messo in discussione la compatibilità tra due culture completamente differenti ma che, soprattutto, si differiscono nel rispetto e nella stima dell’altro. Una critica che si allarga anche ai Mondiali del 2030 in Marocco, Portogallo e Spagna con ancora Cockburn che dice: “Il Marocco, il Portogallo e la Spagna devono prendere molto più seriamente le proprie responsabilità in materia di diritti umani”.
Il Mondiale del 2030 è visto come un’opportunità da Cockburn che, però, ci ha tenuto a sottolineare come in nessuna delle due situazioni – tanto nel 2030, quanto nel 2034 – è stato approfondito il tema dei diritti umani.
“Nessuno dei candidati ha adeguatamente definito come rispetterà gli standard sui diritti umani stabiliti dalla FIFA nei suoi regolamenti di gara. La strategia sui diritti umani dell’Arabia Saudita non riesce ad affrontare la grave repressione della libertà di espressione da parte del governo e il fatto che le persone continuano a essere incarcerate per decenni semplicemente per aver espresso le proprie opinioni. Ciò dimostra che non esiste una seria volontà di riforma”.
Per questa ragione la richiesta alla FIFA di Amnesty International e Sport & Rights Alliance è stata chiara: fermare quanto meno la candidatura dell’Arabia Saudita.
La decisione definitiva in merito a entrambe le edizioni verrà presa l’11 dicembre, per quanto sembrino ormai virtualmente stabilite, soprattutto considerando che quella araba è l’unica candidatura per il Mondiale del 2034. Una soluzione che, però, da qui all’inizio dei lavori potrebbe avere delle ripercussioni importanti, con le forte proteste delle associazioni umanitarie pronte a opporsi con forza.