Temi stringenti che sono stati al centro di un vertice, in Provincia di Teramo, sulla vertenza Betafence di Tortoreto, convocato dall’assessore regionale al lavoro Pietro Quaresimale.
Al tavolo erano presenti, oltre a Quaresimale, i vertici aziendali (il consulente Lalatta, il direttore di stabilimento Corporente e l’avvocato Castelli, la Confindustria di Teramo) le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici e la Rsu.
E nell’occasione i sindacati (Fim, Fiom e Uilm) hanno espresso, nuovamente, tutte le loro preoccupazioni e le criticità che ruotano attorno allo stabilimenti di Tortoreto.
L’azienda ha confermato, nell’occasione, che uno dei capannoni stato messo in vendita e che ci sono delle trattative in corso.
“Abbiamo rappresentato all’assessore quale sia la reale situazione in fabbrica”, si legge in una nota delle tre sigle sindacali, “attualmente sono 4 o 5 (su oltre 110) le unità non coinvolte dalla solidarietà, che si trovano a svolgere l’attività lavorativa in tutto lo stabilimento di Tortoreto, e conseguentemente una sola macchina attiva. Non ci sono nuove commesse, i volumi sono pochi e residuali, e quel poco viene prodotto con largo anticipo. Non ci sono nuovi clienti al portfolio. Inoltre, la cosa ancor più grave, possibili nuove commesse, diverse dall’Animal Husbandry, come quelle opportunità dovute dal contesto (reti di contenimento per condutture del gas), non si prendono neanche in considerazione.
Non si comprende per quale motivo non si provveda immediatamente, viste le opportunità, a prendere commesse diverse dall’Animal Husbandry, settore che attualmente è in crisi, e perché non si riavviano quelle produzioni che Tortoreto ha sempre fatto e che potrebbe mettere in produzione da subito.
Produzioni che invece stanno portando avanti aziende concorrenti.
A queste considerazioni, l’azienda ha portato avanti le solite versioni che reputiamo essere irragionevoli, che ci trovano fortemente contrariati, peraltro senza portare al tavolo nessun nuovo elemento di confronto, dagli investimenti alla formazione.
E’ evidente che continuare ad interloquire con chi è un mero esecutore di un piano industriale che parte da oltre Manica, è totalmente inefficace se non addirittura inutile, per i lavoratori e per il territorio.
Per questo, è necessario che l’assessore si faccia carico di portare al tavolo la Praesidiad e nel contempo di chiedere di sospendere le attività di vendita del capannone. Quaresimale si è preso l’impegno di convocare la Praesidiad e riconvocarci tra un mese, anche in forza del fatto che si sarebbero fatti avanti degli investitori interessati a rilevare la Betafence di Tortoreto”.