Due diverse sollecitazioni, ma legate da uno stesso filo conduttore. Le associazioni di categoria del settore turistico in Abruzzo (Federalberghi Confocommercio, Federturismo, Faita Federcamping Abruzzo e Assoturismo Confesercenti), hanno investito del problema il presidente dell’Anci, Antonio Decaro (e di riflesso anche il vice-presidente Umberto di Primio e Gianguido D’Alberto, presidente di Anci Abruzzo), prefettura di Teramo e Provincia di Teramo di tutte le attuali difficoltà del comparto, forse più di altri penalizzato dal Covid19, anche alla luce di quelle che potranno essere le prospettive dell’immediato futuro.
“L’emergenza dettata dall’attuale crisi del “Covid-19””, si legge nella lettera a firma di Giammarco Giovannelli, Daniele Erasmi, Giuseppe Delli Compagni e Dario Colecchi, “impone delle considerazioni urgenti e non più differibili, a tutela della coesione sociale da una parte e, dall’altra, degli investimenti di centinaia di famiglie ed imprese del luogo che gravitano intorno al comparto turistico.
L’erogazione di servizi della filiera è stata azzerata nelle ultime settimane e fare previsioni nel breve termine è, allo stato attuale, quantomeno azzardato.
Le difficoltà odierne delle imprese sono eccezionali e ora il comparto turistico chiede delle risposte certe, chiare e concrete dalle pubbliche amministrazione e dagli enti locali.
Il Presidente Nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca, in un comunicato di giugno 2019 (quando la situazione era già critica, ma non ai livelli attuali), asserì: “Stimiamo che gli alberghi italiani paghino ogni anno circa 894 milioni di euro solo di Imu e Tasi, equivalenti ad una media di 26.956 euro per albergo e 819 euro per camera. L’onere è aggravato dal fatto che l’imposta si paga anche se la struttura è chiusa o vuota”.
Riteniamo pertanto, soprattutto in questo momento storico, che si proceda finalmente ad un’effettiva imputazione dell’imposizione fiscale (IMU, TASI, TARI, ICP e concessioni demaniali) in ragione dell’effettivo fatturato aziendale, passando da una dovuta sospensione delle citate imposte per l’anno in corso.
Le associazioni chiedono, altresì, di avviare un’opera forte di sensibilizzazione delle problematiche attuali della filiera turistica (che rappresenta circa il 13% del Pil nazionale) verso i Sindaci, affinché possano, con azioni mirate, sostenere il carico impositivo e normativo delle aziende turistiche.
Questa emergenza non era assolutamente prevedibile in alcuna analisi di rischio aziendale e solo un impegno congiunto tra le parti può scongiurare l’impoverimento economico, produttivo e sociale del territorio”.