E’ il quadro di accuse, che dovranno poi essere dimostrate e suffragate in sede giudiziaria, sostenuto dalla Procura distrettuale antimafia di Ancona in un’inchiesta coordinata dal pm Paolo Gubinelli: la Dda, come anticipato oggi dal Corriere Adriatico, ha notificato l’avviso di chiusura indagini a 22 persone fisiche e a due società -Geta srl di Ancarano, gestore del sito, e RGL di Parma, in veste di intermediazione con clienti-.
L’indagine riguarda una serie di reati, contestati a vario titolo: corruzione per esercizio della funzione e di incaricato di pubblico servizio, associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, disastro ambientale, accesso abusivo a banca dati delle forze di polizia, favoreggiamento a rivelazione di segreto d’ufficio. Gli indagati potranno presentare memorie o chiedere di essere sentiti entro 20 giorni.
L’inchiesta sui rifiuti riguarda la gestione della discarica tra il 2013 e il 2020 e un presunto contesto di favoritismi tra il 2017 e il 2020, e contempla numerose intercettazioni telefoniche. Nel settembre 2020 il pm chiese misure cautelari (obbligo di dimora e sequestro dei beni) per alcuni degli indagati principali; un’istanza che venne respinta dal gip di Ancona Carlo Masini così come il successivo ricorso al Riesame: in entrambi i pronunciamenti era stata rilevata l’assenza di indizi di colpevolezza.