Tortoreto. Quello scontrino “sbagliato” per giunta emesso da un registratore di cassa di proprietà del Comune (che peraltro non funzionava perfettamente) gli era costato un rinvio a giudizio per peculato in quanto incaricato di pubblico servizio.
Ora, però, la vicenda legata alla vendita delle lampade votive al cimitero di Tortoreto, sul piano processuale, si è chiusa con l’assoluzione, perché il fatto non sussiste, di Alfredo Di Salvatore, titolare della società Tecno Service che per anni ha gestito i servizi cimiteriali. E anche la vendita, nei periodi di Pasqua e di Ognissanti, delle lampade votive.
Il tribunale di Teramo in composizione collegiale (presidente Domenico Canosa, a latere Morena Susi e Carla Fazzini) ha però ha assolto l’imprenditore di Alba Adriatica (difeso dall’avvocato Pietro Referza), che gestisce una miriade di cimiteri sul territorio. Tutto era nato da uno scontrino da 4 euro consegnato ad un cittadino-utente, che aveva acquistato della lampade votive pagandole 8 euro. Subito il caso era stato segnalato dapprima alla polizia locale, che aveva effettuato una verifica, e poi alla finanza che aveva acquisito una serie di elementi documentali. Gli atti trasmessi in Procura hanno prodotto il rinvio a giudizio dell’imprenditore per il quale la pubblica accusa aveva chiesto una condanna ad 1 anno e nove mesi. Procura che contestava all’imprenditore il mancato versamento al Comune delle somme incassate dalla vendita delle lampade votive.
In sede di dibattimentale, infatti, il castello accusatorio è stato smontato, anche alla luce di una serie di testimonianze (compresa quella del tecnico del registratore di cassa che ha riferito della macchina difettosa), con l’assoluzione con formula piena. Va ricordato che l’episodio in questione aveva prodotto, in attesa della sentenza, alcuni effetti a catena, tra i quali l’eliminazione del servizio di vendita delle lampade votive e la non conferma della stessa società, alla scadenza del contratto, nella gestione dei servizi cimiteriali.