Tortoreto. Non esita a definirla una storia di mala-giustizia. “Un vero e proprio complotto, con un’indagine inquinata e prove costruite da un sodalizio di carabinieri con la complicità dei magistrati”.
Le parole, durissime, sono quelle di Antonio Savino segretario nazionale dell’Unac (Unione Nazionale Arma dei Carabinieri) e l’inchiesta riguarda un presunto traffico di droga e che ha coinvolto (per tutti c’è stato il rinvio a giudizio), per favoreggiamento, di due esponenti delle forze dell’ordine.
Uno in maniera particolare, l’appuntato Daniel De Ninis (all’epoca in servizio alla stazione di Tortoreto e poi collocato in pensione), per il quale l’Unac esce decisamente allo scoperto. Il sindacato non è leggero nelle valutazioni, anche alla luce degli ultimi accadimenti. Tra tutti la scarcerazione dell’albanese Elvis Szul.
” I legali dell’abanese”, scrive in una nota Savino, ” hanno scoperto che le trascrizioni delle intercettazioni ambientali e telefoniche, prove regine che vedono coinvolto ingiustamente anche il carabiniere De Ninis, tradotte dall’albanese all’italiano dai carabinieri di Teramo erano contraffatte e fuorvianti”.
Accuse pesanti quelle lanciate dal rappresentante dell’organizzazione sindacale, che aggiunge: ” Lo stesso albanese ha riferito di aver subito pressioni dai carabinieri per accusare ingiustamente De Ninis e il suo nucleo familiare”.
La vicenda, dunque, si arricchisce di un nuovo particolare, proprio nella fase della celebrazione del processo, nel quale i legali del carabiniere chiederanno un incidente probatorio. Ma non è tutto. Una ulteriore denuncia sulla vicenda è stata inoltrata alla Procura Generale della Repubblica e al Csm, perché dice ancora: ” i magistrati procedenti non potevano non sapere e sono ritenuti complici”.
Nella dura presa di posizione, comparsa anche sul sito ufficiale dell’Unac vengono fatte anche delle riflessioni molti critiche su vicende specifiche (caso Cucchi) e sulla necessità di una profonda riforma dell’Arma dei carabinieri.