Tortoreto. Gli espropri ancora non sono stati pagati e la modifica progettuale, da quasi 600mila euro, destinata a rivedere in corsa l’idea originaria, a conti fatti, non ha sortito novità.
Il sottopasso di via Carducci, in coincidenza della stazione dei treni, torna ad animare il dibattito politico. A rilanciarlo è Domenico Di Matteo, capogruppo di Obiettivo Tortoreto, che parte da un assunto: “il sindaco deve assumersi la responsabilità di aprire al traffico leggere il sottopasso anche perché le attività che sono a ridosso, nel corso degli anni, hanno dovuto pagare dazio a questa situazione”. Il tema del sottopasso carrabile è sul tavolo da anni.
All’epoca, era il 2010, fu definita una variante progettuale al sottopasso, con una spesa di circa 600mila euro. Necessaria per una dimensione maggiore dell’attraversamento sotto ai binari e alcuni accorgimenti. “Nessuno disquisisce sul progetto”, sottolinea Di Matteo, “ ma quella spesa maggiore non ha prodotto le finalità che l’avevano suggerita. Il sottopasso è ancora chiuso al traffico. Perché il sindaco non lo consente con un’ordinanza?”.
Al momento il percorso è destinato solo a ciclisti e pedoni.
Espropri. Una situazione particolare riguarda la mancata liquidazione degli espropri. “Non si tratta di cifre straordinarie”, chiosa Di Matteo, “ ma sono trascorsi più di dieci anni e l’operazione ancora non viene perfezionata”.
Barriere anti-rumore. Il leader di Obiettivo Tortoreto chiede anche lumi all’esecutivo a che punto si trova il progetto, di Rfi, di realizzare le barriere anti-rumore visto che dal primo vertice, nel 2018, al momento non si registrano novità.