Tortoreto. Un plesso scolastico di serie b. Non certo sul piano didattico ma su quello dei servizi e delle attività complementari che rappresentano, in ogni caso, un passaggio formativo importante della vita degli alunni.
La scuola è la primaria di Tortoreto Paese e il malessere è condensato in una lettera che il Comitato dei genitori dell’istituto comprensivo ha inviato alla dirigente scolastica, al sindaco Domenico Piccioni e al consigliere con delega alla scuola, Dolores Cimini.
Gli esempi. La riflessioni vergate nella lettera sono diverse e prendono spunto dal malcontento manifestato dalla maggioranza dei genitori degli alunni che frequentano la scuola primaria del centro storico.
“Ancora una volta, così come per lo scorso anno”, si legge, “l’amministrazione comunale per le festività ha messo a disposizione strutture ed attrezzature per una manifestazione natalizia, delle quali però potranno beneficiare esclusivamente gli alunni frequentanti il plesso del Lido. Più di una volta, anche nello scorso anno, gli alunni del plesso del Paese, non hanno avuto la possibilità di poter partecipare ad alcune attività didattiche ed extra didattiche, o di usufruire di alcuni servizi, al contrario dei loro compagni del plesso del lido.
La partecipazione alla festa dei bambini dello scorso anno, tenutasi nel Plesso del lido, alla quale gli alunni del paese hanno preso parte solo come spettatori. Per non parlare del trasporto scolastico che, solo per chi frequentava il plesso del paese, era sospeso nei giorni di sospetto sciopero degli insegnanti o personale ATA. Inoltre nel plesso del Paese ai progetti scolastici non si aderisce mai, o quasi mai, limitando anche le uscite didattiche al minimo indispensabili
“Pertanto non si capisce la motivazione per la quale chi abita ad ovest dell’autostrada non debba avere gli stessi diritti e servizi di chi abita vicino al mare”, si legge ancora. “Inoltre si parla sempre più di inclusione e di abbattimento delle barriere territoriali a livello mondiale e la scuola quale esempio dà ?
Impara agli alunni che i loro diritti sono diversi e dipendenti direttamente dal territorio dove sono nati o dove abitano. Per finire, ascoltando i genitori, più di uno, vista l’ultima sentenza del Tar in merito al regolamento sul trasporto scolastico, ha paventato l’idea di spostare i propri figli dalla scuola del Paese a quello del Lido, vanificando così gli sforzi intrapresi dall’amministrazione per ridare vita ad un plesso scolastico troppo spesso trascurato nel passato”.
Il Comitato chiede all’amministrazione e alla dirigente scolastica di porre rimedio a tale situazione, ripristinando quella che viene etichettata come una equità in fatto di diritti e doveri degli alunni, a prescindere dalla loro residenza geografica.