Avrebbero voluto attuare lo sciopero al contrario, ovvero tornare a lavorare pur non essendo pagati dalla proprietà, gli 80 dipendenti della Selta di Tortoreto, azienda che lavora nell’ambito della cyberg security e degli impianti ad alta tecnologia digitale soprattutto, ma non solo, nel settore della mobility communication.
Ma all’ingresso hanno trovato le guardie giurate del servizio di sicurezza privato volute dalla stessa proprietà. Uno sciopero, quello al contrario, attuato soprattutto negli anni Cinquanta in un’azienda di Montorio al Vomano. Una forma di protesta davvero rara ma che alla Selta è stata impedita con i lavoratori rimasti fuori dai cancelli, sotto la pioggia con in mano gli ombrelli e le bandiere delle sigle sindacali. La presenza delle guardie giurate non è piaciuta ai lavoratori.
Alla Selta, che ha la sede legale in provincia di Piacenza ma con linee di produzione a Tortoreto, Roma e Avellino, lavorano complessivamente oltre 220 dipendenti. Si tratta di personale altamente qualificato, ingegneri ed esperti nel settore informatico. Nello stabilimento di Tortoreto si contano 80 dipendenti, quindi 80 famiglie che rischiano di non avere più uno stipendio su cui poter contare.
Chiaramente da parte delle maestranze e delle organizzazioni sindacali non c’è alcuna resa. La protesta andrà avanti sino al Ministero per lo Sviluppo Economico. Accanto agli 80 dipendenti della Selta di Tortoreto questa mattina c’era anche l’assessore regionale al lavoro Piero Fioretti (presente a dare sostegno ai lavoratori anche il consigliere regionale Marco Cipolletti) che subito dopo la sua nomina ha preso in mano la situazione per cercare di arrivare ad una soluzione a difesa delle maestranze.
La Regione è in attesa di un tavolo operativo a Roma, al Mise, attorno al quale dovrà sedersi anche la proprietà. L’obiettivo è la salvaguardia dei posti di lavoro e delle eccellenze presenti all’interno dello stabilimento di Tortoreto. Prima di tutto questo è necessario attendere il responso del Tribunale di Milano sulla richiesta, da parte della proprietà, di attivare le procedure previste dall’amministrazione straordinaria. I giudici dovrebbero esprimersi il 28 marzo. Dunque il responso è oramai vicino. Da quel momento, alcuni dei percorsi da seguire saranno più chiari.