“La nostra polisportiva – ha dichiarato Fabio Consorti, vicepresidente della Polisportiva Gagliarda – lavora con i giovani e questa mostra è nata per dare loro un modello positivo. Mentre realizzavamo la mostra abbiamo conosciuto il figlio del campione, Andrea Bartali ed abbiamo voluto rappresentare non solo i momenti sportivi più importanti, ma anche quelli della sua vita”. “Dalla mostra – ha aggiunto il Presidente della Polisportiva “Gagliarda” Andrea Falcioni – emergono i suoi valori, importanti per le nuove generazioni: Gino Bartali è un esempio per me, anche nel mio vivere e nei miei rapporti quotidiani con tutti”. “Ringrazio Corrado D’Intino, il Presidente della Polisportiva “ Gagliarda”, Gioia Bartali e tutti i presenti. Si tratta di un evento anticipatorio della tappa del Giro d’Italia – ha dichiarato l’Assessore al Turismo Giorgio Ripani – e non c’era occasione migliore per ospitare una mostra su Gino Bartali ed un libro così importante per tutti gli sportivi.
Abbiamo reso omaggio ad un campione che incarnava i valori veri dello sport e li rappresenterà per sempre nel cuore di tutti gli sportivi. Tortoreto e l’Abruzzo hanno un rapporto particolare con il ciclismo e gli sport a due ruote, c’è in serbo una sorpresa che sicuramente farà piacere a tutti gli appassionati della Val Vibrata”. L’Assessore Ripani ha poi premiato coloro i quali, secondo i rilievi effettuati dalla giuria, hanno realizzato i migliori addobbi del concorso “Tortoreto in Rosa”. Il primo premio per le abitazioni private è stato vinto dal Condominio “Iris”, seguito da Diana Di Matteo e da Alfonso Vannucci. Tra le attività commerciali, l’addobbo più bello è stato giudicato quello della Pizzeria Panarea, Lungomare Sirena 116/C, seguita da “Interno147” di Via Carducci 147 e “Incantea Resort” in Via XXIV Maggio 31. A seguire, Gioia Bartali ha presentato inoltre il libro “Gino Bartali, mio papà” scritto da Andrea Bartali.
“Sono sicura – ha affermato Gioia Bartali – che lui avrebbe voluto essere ricordato come un grande campione sportivo. Dei suoi tanti episodi di generosità non voleva parlare, perché “il bene si fa ma non si dice”, ripeteva sempre. A me un giorno disse “ricordati che devi essere umile”, non capii subito cosa significasse per lui l’umiltà: probabilmente era alzarsi ogni mattina come una persona normale e dare un aiuto, facendolo in silenzio. Ho iniziato a parlare di mio nonno da quando morì mio padre, che scrisse questo libro nel 2012 e contribuì a far emergere quelle testimonianze necessarie affinché Gino Bartali fosse dichiarato “giusto tra le nazioni”: lui trasportava dei documenti che hanno salvato molte famiglie, l’ha fatto perché sapeva esattamente cosa fare, l’ha fatto perché era un uomo di fede ed ha voluto mantenere la sua promessa.
Alla morte del fratello voleva smettere. Mia nonna Adriana gli chiese di correre anche per lui e Gino Bartali continuò ad avere un rapporto con il fratello: davanti alla tomba di Giulio c’era sempre la sedia di Gino. Vorrei continuare a parlare non del campione, ma del rapporto affettivo di una nipote con il nonno”. L’artista Paola Celi inoltre ha realizzato un quadro evocativo per l’arrivo del Giro d’Italia, esposto nell’inaugurazione della stessa iniziativa.
La mostra “Gino Bartali: un diavolo di campione, un angelo di uomo” sarà visitabile anche lunedì 12 ottobre in orario 15:30-19:30. (foto Stefano Uberti)