Tortoreto. Una lunga intervista, rilasciata dinanzi al presidente dell’Unac (Unione Nazionale Arma dei Carabinieri), Antonio Savino, per ripercorrere tutte le tappe di una vicenda giudiziaria che li ha visti coinvolti.
Ma che oltre a non essersi conclusa (si aspetta l’avvio del processo), riserva sempre colpi a sorpresa. A rilasciare l’intervista sono l’ex appuntato dei carabinieri Daniel De Ninis e la moglie Alessandra Petrini. L’intervista nelle ultime ore sta facendo il giro del web e rende pubblici una serie di particolari, in parte contenuti negli atti del procedimento penale, che vede coinvolti sia De Ninis (che in servizio fino a due anni fa alla stazione dei carabinieri di Tortoreto) e della moglie Alessandra Petrini.
L’inchiesta, come è noto, è quella che mirava a disarticolare un vasto giro di droga, con il coinvolgimento di 12 indagati, tra i quali alcuni appartenenti alle forze dell’ordine. Dalla perquisizione in casa, alla questione delle armi e al caso delle intercettazioni.
Il caso delle intercettazioni. L’appuntato De Ninis racconta la vicenda delle intercettazioni telefoniche, che sarebbero state manipolate. Cosa che poi ha portato alla scarcerazione del principale indagato dell’inchiesta, E.S. cittadino albanese rimasto in carcere per oltre un anno.
Le carte. Nel fascicolo processuale di recente (4 dicembre), l’albanese ha depositato una memoria difensiva, chiamando in causa altri appartenenti alle forze dell’ordine. Passaggio questo analizzato nel dettaglio durante l’intervista. L’episodio raccontato riguarda un contatto tra due carabinieri attualmente in servizio alla caserma di Tortoreto che avrebbero contattato l’albanese indagato, dopo aver fermato una vettura senza patente. Chiamato e fatto risultare alla guida dell’auto. Documento che si trova agli atti. Su questo aspetto, però, i due militari non risultano indagati.
L’intervista rilasciata, in ogni caso, appare solo un ulteriore tassello di una vicenda dai tanti lati oscuri, che andrà chiarita nelle aule di tribunale.