Tortoreto. Il Ferragosto è oramai alle spalle. Con tutto quello che ne è conseguito, in termini di eccessi (essenzialmente giovanili), in fatto di alcol e di sporcizia rimasta in spiaggia.
Ma anche di una sicurezza di fondo, visto che alcuni tratti di spiaggia libera (non solo a Tortoreto), hanno visto la presenza di migliaia di giovani e giovanissimi, alla stregua di veri e propri rave party.
Uno scenario, poi raccontato e documentato nei particolari che merita una riflessione. Utile, anche per provare a disegnare situazioni diverse e “sicure” per il futuro.
Ad aprire un confronto su questo tema è Gianluca Grimi, presidente di Assoturismo.
L’intervento
“Quanto accaduto Ferragosto sui litorali teramani trascende la normalità e rappresenta un vero e proprio salto nel buio per la movida giovanile”, scrive Grimi. “No, davvero non si possono derubricare i fatti della scorsa notte come fisiologici. Non si può lasciar passare il messaggio che movida significhi assenza di regole. Né si possono incolpare i pubblici esercizi di fenomenologie che avvengono al di fuori del proprio raggio d’azione. Anzi, è più esatto dire che, tali fenomenologie avvengono proprio in funzione del fatto di esistere al di fuori del controllo dei pubblici esercizi.
Il pronto soccorso dell’ospedale di Giulianova (e meno male che ancora esiste) è stato intasato da decine di giovani in grave stato di ebrezza, le forze dell’ordine ed il sistema sanitario sono stati messi sotto stress da un fenomeno che si deve invece governare e svariati giovani hanno realmente rischiato la vita. In prospettiva occorre maggiore coordinamento tra amministrazioni e imprenditoria della movida e non la latente conflittualità attuale. Non vi è altro mezzo infatti per circoscrivere il degenerante fenomeno, se non quello di ricondurre la movida all’interno dei pubblici esercizi.
Le feste spontanee organizzate sulle spiagge, oltre ad essere uno sfregio per il litorale, sono infatti l’incubatore propedeutico di ogni tipologia di problematica connessa all’uso ed abuso dell’alcool. Così come è altrettanto vero che, anche all’interno dei luoghi pubblici, discoteche ecc. la formula dell’open bar, che tanto successo ha avuto in questo ferragosto teramano (paghi un tot e bevi tutto quello che vuoi), deve avere dei limiti oggettivi e non essere usata in caso di festività quali quella ferragostane.
Il tema è che ci deve essere raccordo tra le istituzioni ed i locali. Non è pensabile, né utile, pensare di soffocare un fenomeno giovanile che esiste ed è mondiale. Né tantomeno però, è pensabile di lasciar accadere le cose e poi contare i danni ed i pericoli scampati”.