Tortoreto. Il Comune paga il decreto ingiuntivo di uno dei due rivenditori coinvolti nella vicenda dei buoni pasto, il cui controvalore non era stato riversato nelle casse comunali.
Negli ultimi giorni, infatti, l’esecutivo guidato dal sindaco Domenico Piccioni (su indicazione del legale dell’Ente) ha dato mandato di versare ad Emiliano Guercioni (all’epoca titolare di una cartoleria che forniva libri di testo e buoni pasto) la somma di 3743 euro più spese legali (totale oltre 4mila euro) per onorare il decreto ingiuntivo validato dal giudice di pace di Teramo nello scorso autunno.
Somma che comprende il rimborso della vendita dei libri di testo negli anni pregressi e le somme per il servizio di vendita di buoni pasto per la mensa scolastica.
Il passaggio non è di poco conto, perché contrariamente a quanto emerso in un primo momento, il Comune ha deciso di non impugnare il decreto ingiuntivo dell’esercente e di rifondere le somme reclamate sulla scorta di un carteggio che, nel corso dei mesi, è intercorso tra il legale di Guercioni (Andrea Quaglietta) e gli uffici finanziari del Comune di Tortoreto. Vicenda chiusa? In parte sì. Anche se nella delibera con la quale si dà mandato all’ufficio finanziario di liquidare le somme del decreto ingiuntivo, la giunta fa delle specifiche. Facendo riferimento all’inchiesta sui buoni pasto ancora in piedi (si andrà a processo).
“Un’eventuale eccezione di non compensabilità del debito dell’esercente”, si legge nella delibera, “costituito dalle somme incassare in qualità di pubblico esercente (somme che costituiscono denaro pubblico), e il credito commerciale vantato dallo stesso, comporterebbe, da una parte, l’obbligo da parte dell’Ente di pagare l’intero debito commerciale, e dall’altra la necessità di recuperare la somma trattenuta in maniera indebita. Percorso di difficile realizzazione”.
Sotto questo aspetto, dunque, pur considerando irrituale, secondo il Comune, di procedere ad una compensazione, il debito emerso sarà liquidato nei prossimi giorni. Il Comune, e nel provvedimento lo ribadisce, si riserva di costituirsi pare civile nel processo per peculato, per il risarcimento del danno materiale, morale e di immagine.