Tortoreto, aree incolte e sistemazione del piazzale della chiesa. Di Matteo: si proceda in fretta FOTO

Tortoreto. Decoro, mancata cura delle aree incolte e un piazzale, quello della chiesa di Santa Maria, che a distanza di anni, resta ancora uno spazio bianco e polveroso.

 

Tutti rilievi che arrivano da Domenico Di Matteo, capogruppo di Obiettivo Tortoreto, che poggia le sue attenzioni su una delle aree centrali del Lido, a ridosso della chiesa più importante della cittadina. Aree incolte, canne che crescono a dismisura, e il fosso che andrebbe ripulito, anche per evitare la proliferazione delle zanzare.

Uno scenario che appare poco edificante, perché collocato a ridosso di un quartiere residenziale e del luogo di culto. “Esiste un’ordinanza sindacale che impone di tenere pulite le aree incolte”, sottolinea Di Matteo, “ e voglio augurarmi che anche in questo caso venga fatta rispettare. Per una questione di equità per coloro che lo hanno fatto, ma anche per la cura di una zona molto abitata. E poi tutto si consuma a ridosso della chiesa e voglio ricordare che tra non molto sono previsti i festeggiamenti per Santa Maria Assunta e presentare tale biglietto di visita, per turisti e residenti, non è certo il massimo”.

In stretta correlazione al canneto che è proliferato in quella zona, si pone anche la questione legata alla sistemazione del piazzale della chiesa. Al momento una sorta di incompiuta, visto che l’opera (anche se di recente prevista nel piano delle opere con un accordo di programma), ancora non viene realizzata.

“Esorto l’amministrazione comunale ad accelerare i tempi per la risoluzione di questo problema”, aggiunge il leader di Obiettivo Tortoreto. “ Dopo dieci anni il piazzale è rimasto sempre alla stessa maniera. Esisteva un progetto licenziato durante la mia amministrazione, che però è stato lasciato nel cassetto. Ora a distanza di anni è stato prevista una ulteriore progettualità di un costo lievitato fino ad 800mila euro con fondi privati. Credo che l’intervento vada fatto rapidamente, anche perché non è più tollerabile avere l’esterno di un luogo di culto in questa maniera”.

 

 

 

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