Poi ci sono norme di natura urbanistica e di tutela del territorio che giustificano, dapprima il doppio diniego del Comune alle richieste della società Iliad Italia, e poi il pronunciamento della giustizia amministrativa alla quale il gestore per la telefonia mobile aveva impugnato i provvedimenti. Nei giorni scorsi, infatti, il Tar de L’Aquila con due diverse sentenze ha rigettato il ricorso della Iliad che aveva programmato la collocazione di due diversi impianti. Uno a Villa Bizzarri, su un crinale e in una zona a ridosso dei vigneti. L’altro nel centro storico, in corso Umberto I. In entrambi i casi in aree private.
Il Comune aveva chiesto e ottenuto di discutere sul doppio insediamento in conferenza dei servizi e, acquisiti i pareri, per poi negare le autorizzazioni. Va detto che a livello cittadino era nato anche un comitato che poi ha sostenuto l’Ente nel ricorso al Tar. Tra le due sentenze gemelle che hanno detto no all’installazione, sul piano giurisprudenziale assume una valenza quella relativamente all’antenna prevista a Villa Bizzarri.
“La stazione radio mobile che la ricorrente intende installare supererebbe la sommità del crinale per oltre 24 metri, risultando così in contrasto con le disposizioni provinciali e comunali che impongono di non alterare la percezione visiva del paesaggio a mezzo della conservazione della geo-morfica linea del sistema dei crinali”, si legge nel dispositivo.
“La Provincia ed il Comune nell’esercizio delle loro competenze in materia di pianificazione territoriale ed urbanistica e nel rispetto dei principi relativi alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, non hanno vietato in assoluto ed in via generalizzata l’edificazione di stazioni radio base su tutti i crinali, ma hanno introdotto specifiche disposizioni volte a preservare porzioni particolari del loro territorio mediante l’introduzione di un regime di maggiore conservazione e salvaguardia riferito solo ad “alcuni” crinali, ritenuti di particolare interesse e pregio”.