Teramo, Verzilli (Lega): “E’ il momento di mappare tutti i contagi del territorio”

Ivan Verzilli della Lega Teramo invita il sindaco Gianguido D’Alberto a focalizzarsi su un aspetto particolare della fase due.

“Se da un lato, è certamente prioritaria e fondamentale la tutela della salute dei cittadini, dall’altro la politica ha l’obbligo di evitare, con scelte lungimiranti, l’espansione dei problemi di natura economica per l’intero settore produttivo su un territorio, il nostro, già profondamente colpito dagli eventi tellurici di due anni fa – dice Verzilli – Ed allora, occorre che ilsSindaco della nostra città, anche in qualità di presidente regionale dell’ANCI, raccolga ed eventualmente faccia sua, la proposta di focalizzare un azione strategica che in altri territori ha portato benefici alla gestione e al contenimento dell’emergenza biologica”.

Per Verzilli, “poiché tanto si gioca sull’indice di contagiosità o indice di riproduzione, che le statistiche indicano nella media tra 1.0 e 2.00 (numero che indica il moltiplicarsi del virus per contagiato), lo stesso deve tendere allo zero dove e come si può. Dunque l’attenzione deve essere focalizzata su pazienti positivi in isolamento domestico impossibilitati a mantenere distanze effettive da conviventi e su tutti i positivi che non hanno sintomi, oltre che sulle persone uscite dal percorso ospedaliero, ma non ancora approdati alla negativizzazione e quindi alla guarigione virale. Vorrei quindi sensibilizzare il sindaco D’Alberto nella sua funzione normata di autorità sanitaria affinché concerti e condivida una strategia. L’obiettivo è quello di evitare completamente contatti domestici ed azzerare, in tal modo, il famigerato indice. L’ideale sarebbe una programmazione di un piano strategico per il monitoraggio dei tamponi da chiedere alla Asl partendo dalle categorie più esposte e in contemporanea la possibilità di monitorare la polizia locale, i dipendenti comunali tutti, i commessi della distribuzione, piccola e grande, fino ai conducenti dei mezzi pubblici locali. Servirebbero alcune settimane a mappare il territorio, con la consapevolezza che il tampone non immunizza da virus e le armi di cui disponiamo sono il distanziamento sociale, i test ed il tracciamento dei contatti”.

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