Più di un milione di euro di Contributo di Autonoma Sistemazione percepito in maniera indebita nel teramano.
Finanzieri del comando provinciale di Teramo, diretti dal comandante Gianfranco Lucignano, al termine di complesse indagini di polizia giudiziaria eseguite nel settore della spesa pubblica riguardanti l’erogazione del Cas alle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016, hanno individuato l’indebita percezione di fondi pubblici ammontanti a 1.506.384,81 euro, di cui euro 884.577,08 sequestrati preventivamente.
Nel corso di distinte attività investigative, la truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche sarebbe stata posta in essere da 81 persone che hanno approfittato dello stato di emergenza dichiarato a seguito degli eventi sismici del 2016 per attestare, falsamente, di risiedere abitualmente, stabilmente e in maniera continuativa in alcuni dei paesi nell’area del cratere.
Le attestazioni, quindi, hanno permesso di accedere al contributo mensile riservato a coloro che avessero provveduto autonomamente a trovare un alloggio alternativo all’abitazione resa inagibile dal terremoto. Nella vicenda, sono risultati altresì coinvolti anche due ex pubblici ufficiali, segnalati all’autorità giudiziaria per abuso d’ufficio. I due erano dipendenti del Comune di Valle Castellana all’epoca dei fatti.
Attualmente, soltanto 4 soggetti tra quelli coinvolti, proprio di Valle Castellana, hanno provveduto alla restituzione del contributo percepito per una somma complessiva pari ad 57.626,21 euro.
LE GIUSTIFICAZIONI Nel corso delle indagini, sarebbero emerse alcune situazioni paradossali quali, ad esempio, quella scoperta in una struttura alberghiera: tra i beneficiari del servizio di assistenza alberghiera è stata rilevata la fittizia presenza di un soggetto che, di fatto, era detenuto da diverso tempo presso un Istituto Penitenziario situato in altra Regione o, come in un altro caso dove un soggetto ha ottenuto il contributo in argomento dichiarando di dimorare, alla data degli eventi sismici, presso un immobile che è risultato essere, in realtà, una struttura adibita esclusivamente a stalla per il ricovero di animali da pascolo.
Altri casi singolari, hanno riguardato alcuni dei percettori che per giustificare l’assenza di consumi (elettricità, acqua, gas, ecc.) nel periodo invernale, hanno addotto motivazioni fantasiose come il lavarsi con l’acqua piovana e riscaldarsi con la stufa a legna.