Teramo. Il gruppo Teramo Vive fa sapere che sul campo polivalente di Colleatterrato basso e “sull’annosa mancata riconsegna dell’opera è stato convocato un tavolo – fissato per il prossimo 4 maggio – al quale siederanno anche l’Avvocatura del Comune e il dirigente dell’Area6”.
L’obiettivo è “definire la procedura più opportuna da seguire perché, in tempi stretti, si possa concludere in modo positivo questa vicenda. L’incompiuta ha radici lontane nel tempo che rimandano al passato dell’amministrazione. L’eredità che ci siamo trovati”, spiegano nella nota, “è una vicenda complessa, fatta di passaggi di società e di atti da ricostruire e riunire con grande difficoltà sia per gli spostamenti dei vari uffici che ci sono stati negli anni, sia per le competenze che oggi riconducono ad Aree diverse. Se non fosse bastato, a rallentare il passo è intervenuta anche un’ipotesi di transazione che pareva cosa fatta, così come poi non è stato. Nessuno sguardo volto all’indietro perché non è questo il nostro modus operandi e perché la consegna dell’opera è un dovere di chi amministra. Ora come allora”.
Riassumendo, “la questione è legata al fallimento della CON.A. PA Srl. Inizia nel maggio del 1992 quando il Comune di Teramo assegnò, nell’ambito del piano di zona, il diritto di superficie dell’area in oggetto alla società “La Rinascita S.c.a.r.l” che ne aveva fatto richiesta. Successivamente, nel 1995, con un atto notarile, la società cedeva i propri diritto alla CON.A.PA. Consorzio Autonomia e partecipazione S.c.a.r.l. che, nel luglio dell’anno successivo, con una delibera di Giunta, veniva autorizzata al subentro a “La Rinascita”. Nell’ottobre 1996 la CON.A.PA. assumeva così tutti gli obblighi e gli oneri della convenzione. Una delibera di Giunta del maggio 1998 dava intanto attuazione al programma rimodulato su richiesta del Consorzio Italdomus, Consorzio CON.A.PA., Consorzio Diamante, Consorzio Grazia, Impresa Fenice e Impresa Chiodi. Contestualmente, come da accordo di programma sottoscritto da Regione, Provincia e Comune, CON.A. PA si era impegnata nelle opere di urbanizzazione (rete stradale, illuminazione pubblica, reter fognaria, rete idrica, aree di verde attrezzato) mentre il Consorzio si era impegnato a realizzare un parcheggio coperto con un campo di bocce e un fabbricato di 120 mq da destinare a sala polivalente, il tutto su un’area precedentemente acquisita dal Comune. Interventi, questi, sostanzialmente realizzati mai presi in consegna dall’Amministrazione per motivazioni non del tutte chiare probabilmente per divergenze sulla situazione del parcheggio”.
E ancora: “Il nodo della questione sta nella mancata acquisizione dell’opera al patrimonio comunale: la mancata custodia ha comportato infatti ripetuti atti vandalici e danni che oggi precludono l’utilizzo senza che prima vengano effettuati interventi mirati di ripristino. Interventi che, però, oggi il Consorzio CON.A.PA. non potrà effettuare perché si trova in liquidazione coatta amministrativa. Il punto di caduta sta ora nel fatto che C. N.I. Costruzioni Srl, che è subentrato, si propone di effettuarli gratuitamente ma a fronte del rimborso delle bollette Enel che questi ha già pagato a partire dal 1° agosto 2007 e fino al 3 giugno 2012 per un importo complessivo di 19.396, 78 euro. Ulteriore nota a margine, la specifica di come il rimborso se fosse stato assicurato nel luglio 2007 dagli allora Sindaco e assessore ai Lavori pubblici pur di mantenere attiva l’utenza Enel ed effettivamente da riscontri avuti con l’Enel risulta che l’attivazione del contatore per l’illuminazione pubblica avvenne tra l’altro non nel 2012 ma nel 2014”.