Colmare il vuoto di copertura del servizio di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza nelle aree interne.
E’ stato questo uno dei punti individuati durante l’incontro avuto questa mattina in Provincia, alla presenza di tutti gli attori che con diverse competenze e funzioni si occupano di questo fenomeno e che lo scorso anno avevano sottoscritto un protocollo interistituzionale per migliorare le azioni di contrasto a questo fenomeno.
Partendo dal rafforzamento dei centri provinciali “La Fenice” e la casa rifugio “Maia” e sulla base dei dati e dell’esperienza maturata con i casi gestiti, sono state avanzate alcune proposte, tra le quali quella dell’organizzazione di un’informazione sistematica, costante e comune, sui servizi esistenti, tenendo conto anche delle realtà extra provinciali, con un maggiore orientamento all’utenza partendo dai luoghi di primo approccio delle donne, ovvero medici di base, farmacie, pronto soccorso, consultori.
In particolare la consiglierà delegata alle pari opportunità, Federica Vasanella, sottolienando la necessità di avere più punti di accoglienza e informazione, ha chiesto collaborazione alla Asl la possibilità di verificare se le operatrici del Centro antiviolenza possano essere ospitate periodicamente nei poliambulatori e nei consultori esistenti.
L’incontro, inoltre, ha fornito l’occasione per illustrare le iniziative assunte per rafforzare i propri servizi. Oltre alle tre operatrici (la psicologica/psicoterapeuta Cristina Bellocchio, l’assistente sociale Federica Di Gregoria e l’avvocato Shaula D’Antonio), il centro “La Fenice” si è arricchito della presenza di volontarie esperte in violenza domestica e abusi, di mediatrici culturali e di un’interprete. Anche per la casa rifugio sono state introdotte delle novità che migliorano sensibilmente il servizio, oggi attivo h24 con il cosiddetto “ingresso in emergenza” che consente di accedere alla struttura senza un vaglio preliminare rinviando in un secondo momento gli accertamenti del caso.
Casa Maia, unica casa rifugio sul territorio provinciale, può accogliere fino a tre nuclei familiari con minori e si trova in un luogo segreto che garantisce protezione alle donne nel momento più delicato ovvero quello della scelta di allontanarsi da una situazione di abusi.
“Il confronto periodico su un tema tanto delicato”, ha detto la Vasanella, “è molto utile, rappresenta un metodo che consente di valutare e migliorare quanto si sta già facendo. I cambiamenti portati avanti in questi mesi, infatti, sono il frutto dell’analisi dei punti di criticità e dei risultati ottenuti: torneremo a incontrarci di nuovo e la Provincia si farà carico di elaborare un piano di informazione capillare che possa supportare tutta la rete”.
Si ricorda che il centro antiviolenza (presente a Teramo, Martinsicuro e Pineto) e casa Maia sono raggiungibili telefonando allo 0861/029009