Il Tar Abruzzo ha respinto la domanda di tutela cautelare inoltrata dalla cooperativa sociale Tercoop e ha fissato per il 7 novembre l’udienza pubblica per la discussione nel merito e la prosecuzione del giudizio. Pertanto, come annunciato in precedenza, la stessa Tercoop ha dato mandato all’avvocato Francesco Calcagni di impugnare il rigetto dell’istanza cautelare dinanzi al Consiglio di Stato.
“Oltre ai motivi di illegittimità del bando e dell’appalto, cogliamo l’occasione per denunciare un altro punto fondamentale che compromette la regolarità della gara – dicono dalla cooperativa che gestisce i parcheggi a Teramo – L’Amministrazione commissariale ha stimato il valore dell’appalto, cioè i ricavi presunti ottenibili dalla gestione dei parcheggi a pagamento, servendosi di uno studio di fattibilità presentato dalla Tercoop nel 2015”.
“La cooperativa sociale per la sua stima aveva preso in considerazione i 912 stalli previsti dal piano urbano del traffico che non è stato mai approvato, oltre alla conferma delle attuali tariffe. I ricavi previsti per il primo anno ammontavano a 906.000 euro IVA esclusa. L’attuale appalto riguarda invece 600 stalli a pagamento e tariffe nel complesso ridotte, ma i ricavi stimati dagli uffici comunali non sono diminuiti proporzionalmente di un terzo come gli stalli e sono stati quantificati in 790.000 euro anziché in poco più di 600.000 euro come realisticamente ipotizzabili, anche perchè gli stalli più produttivi in centro sono diminuiti di numero e sono stati compensati con altri stalli meno produttivi in zone più periferiche. Il valore dell’appalto (dei ricavi) è quindi sovrastimato di quasi 200.000 euro, senza considerare la riduzione delle tariffe e la possibilità di abbonamenti a costi ridotti che andranno a penalizzare ulteriormente gli introiti”.
E ancora: “Cosa comporta ciò? Una gara falsata, perchè i nostri concorrenti avranno valutato attendibili le stime dell’Amministrazione e di conseguenza anche l’offerta economica fatta al Comune potrà essere più competitiva della nostra, che avendo a disposizione i dati reali si è tenuto conto della sostenibilità finanziaria reale, altrimenti a pagare gli almeno 200.000 euro mancanti sarebbe il personale impiegato nella gestione del servizio, con drastiche riduzioni dell’orario di lavoro e degli stipendi già modesti. Cosa che farà il gestore che probabilmente subentrerebbe alla Tercoop, appena avrà riscontrato i minori incassi rispetto a quelli stimati dal Comune di Teramo.Come una ciliegina sulla torta, anche il “riassorbimento” di parte dell’attuale personale, prioritario solo in caso di nuove assunzioni da parte del concessionario, è di fatto facoltativo. Per evitare che ad essere penalizzati siano sempre i soggetti più deboli come spesso accade, confidiamo e speriamo nel senso di responsabilità della giustizia e delle Istituzioni”.