Al convegno interverranno le architette Cristina Bardelloni e Fulvia Fagotto (ADA Firenze); Gisella Bassanini (Politecnico di Milano) e Nicola Di Battista, direttore della rivista “L’Architetto” teramano di origine. La storia di Giuditta rappresenta un simbolo di coraggio e lotta contro l’oppressore ed è tanto forte da aver ispirato numerosi artisti in molte epoche: grazie ad uno “straordinario” accordo con l’Università San Raffaele di Roma il dipinto attribuito ad Orazio Gentileschi, padre di Artemisia, e di proprietà di uno dei collezionisti d’arte più noto sugli scenari internazionali, l’avvocato Fabrizio Lemme, sarà esposto a Teramo fino alla fine di marzo. La mostra sarà inaugurata giovedì in Fondazione Tercas alle ore 19.
Ambra Foracappa, consigliera provinciale delegata alle Pari Opportunità: “Abbiamo scelto un timbro alto per celebrare la Giornata internazionale della donna che quest’anno si lega al linguaggio dell’arte e dell’architettura con due iniziative che proiettano Teramo su un palcoscenico di interesse nazionale continua la nostra collaborazione con le donne degli Ordini professionali ed è la volta delle architette, dopo le iniziative con l’Ordine dei Medici e con quello dei Farmacisti, che ci propongono una riflessione sui grandi temi della pianificazione, della progettazione e degli spazi urbani. Un evento particolarmente significativo è stato costruito grazie all’Università San Raffaele di Roma e ad uno dei collezionisti italiani più noti sullo scenario internazionale, Fabrizio Lemme: un evento reso possibile grazie alla generosa collaborazione della Fondazione Tercas. Sul piano delle politiche sulla violenza di genere va ricordato l’impegno dell’ente, unico ente a gestire direttamente sia il Centro Antiviolenza che la Casa famiglia Maya, ad ampliare continuamente lo spettro dei servizi resi sia allargando la rete delle collaborazioni con le professioniste che lavorano a fianco delle donne vittime sia aumentando gli sportelli sul territorio provinciale”.
Tania Bonnici Castelli, presidente della CPO della Provincia: “La Commissione Pari Opportunità della Provincia di Teramo è fortemente impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne. Negli ultimi due anni lo ha fatto cercando di promuovere una rivoluzione culturale in tema di parità di genere, soprattutto tra le nuove generazioni, attraverso specifiche campagne di comunicazione. Siamo partite, nel 2017, con l’affissione di grandi manifesti nei cantieri e sulle impalcature della ricostruzione. Una iniziativa senza precedenti, che ha utilizzato l’immagine della molestia sessuale per eccellenza, rappresentata dall’opera Susanna e i vecchioni di Artemisia Gentileschi, con lo slogan “Mai più in silenzio” e il numero del Centro antiviolenza La Fenice. Nel 2018, con l’Ordine dei Farmacisti di Teramo, abbiamo dato vita al progetto dal titolo “Artemisia” che ha trasformato le 94 farmacie presenti sul territorio in sportelli di primo aiuto per le vittime di abusi e violenze. Per continuare questa opera di sensibilizzazione quest’anno ci siamo orientate verso un momento più artistico che si collegasse alle nostre recenti esperienze. Grazie ad uno dei più grandi collezionisti italiani, l’avvocato Fabrizio Lemme di Roma, potremo esporre nel luogo più antico di Teramo, Palazzo Melatino dove ha sede la Fondazione Tercas, un dipinto straordinario della sua collezione privata che viene è stato attribuito ad Artemisia Gentileschi: Giuditta e Oloferne”. Una sintesi perfetta dell’impegno profuso dalla Commissione provinciale a sostegno delle donne fino ad oggi, noi teramani possiamo così vantare una cultura di genere più che trentennale”.
Ombretta Natali, presidente CPO dell’Ordine degli architettidi Teramo: “Una donna innovatrice e tenace, fra i primi architetti a prendere in considerazione gli aspetti ambientali, luce, clima e paesaggio nella progettazione di case e strutture. Nonostante sia stata una figura fondamentale dell’architettura e del design del ‘900, molti degli oggetti e dei mobili che utilizziamo sono le riproduzioni dei suoi progetti originali, il nome di Eillen Gray non è affatto noto così come accade per i suoi colleghi contemporanei da Le Corbusier a Gaudì per citarne alcuni. Noi la ricordiamo con una mostra che sarà esposta in Provincia e alla sua eredità intellettuale ci siamo ispirate per un corso/convegno che si svolgerà l’8 marzo con il prezioso contributo di architette italiane che con il loro lavoro aprono un vasto fronte di riflessione riguardante le città, i contenitori, la pianificazione e la progettazione dal punto di vista femminile: uno sguardo che per molti aspetti si distingue dall’approccio maschile”