Cari tutti,
è passato un anno da quando il nostro Paese è entrato in un’epoca sconosciuta, nella quale il quotidiano di ognuno di noi è improvvisamente mutato e ciò che ritenevamo scontato ha finito per non esserlo più.
Noi esseri umani, abituati da sempre a pensare di poter dominare le altre specie viventi, ci siamo trovati ostaggi di un virus che è penetrato, oltre che nei nostri corpi, nei nostri pensieri, abitudini e relazioni, e ha provocato una immane strage umana ed economica.
Ancora oggi viviamo nell’incertezza e se da una parte la vaccinazione messa a punto con la nostra ASL e, soprattutto, grazie all’immane lavoro svolto dallo staff dell’Ateneo che ne ha curato l’organizzazione, ci permette di dire che qualcosa è cambiato, non tutte le condizioni al contorno ci legittimano a pensare che si possa ripartire a breve con quello che tutti vogliamo e cioè l’incontro e il confronto diretto tra noi.
Il nostro ambiente è interconnesso con tutti gli altri e quindi la vulnerabilità è sempre presente e, per il momento, è impossibile governare tutte le variabili di questo sistema complesso e anche se ognuno di noi prova a farlo e studia protocolli e procedure, spesso le varianti del COVID riescono a sottrarsi all’agognato risultato del controllo e rimettono in discussione la volontà più volte reiterata di riportare ogni azione nel proprio alveo naturale.
Non sappiamo quanto sarà lunga questa emergenza ed è perfino inutile azzardare ipotesi, ma sappiamo che buona parte del risultato finale dipenderà anche dai nostri ulteriori sacrifici e personalmente non mi stancherò mai di ringraziare tutti voi studenti che pervicacemente siete rimasti dietro gli schermi ad ascoltare le nostre parole, a condividere i webinar, a portare avanti le vostre ricerche e a rigettare l’ipotesi di arrendervi. In egual modo ringrazio i docenti che hanno continuato a formare insistendo sulla necessità di non lasciare indietro nessuno. Che dire poi di coloro che, spesso precari, dovendo portare avanti attività in presenza e laboratoriali hanno comunque sfidato il senso di difficoltà insito in ogni uscita al di fuori delle proprie mura domestiche. Al personale tecnico-amministrativo e di biblioteca va ugualmente la mia riconoscenza per essersi responsabilmente impegnato a mantenere alta la qualità di tutti servizi offerti.
Dal canto mio vi posso dire che insieme alla Direttrice Generale, ai Presidi, ai miei delegati e collaboratori, continuerò a essere sempre presente cercando di organizzare in maniera responsabile e trasparente il da farsi. Siamo ormai allenati all’emergenza e sappiamo come continuare a gestirla. Dobbiamo avere fede nella scienza che sicuramente ci porterà a superare questo periodo terribile.
è necessario che ognuno di noi continui a fare del proprio meglio per tornare, tutti insieme, a “riveder le stelle”.
Un abbraccio
il Vostro rettore