Teramo, inaugurazione dei locali parrocchiali della nuova chiesa di Colleatterrato Basso

Teramo. Un momento atteso da decenni per l’intera comunità di Colleatterrato Basso e per la parrocchia di Santa Maria in Cartecchio.

 

Venerdì 28 settembre, dopo quasi 40 anni, si concretizzerà il sogno di vedere nascere una nuova chiesa per il quartiere, cresciuto e non poco nel corso degli ultimi anni.

 

 

La nuova chiesa, in verità, visti i notevoli ritardi, non è ancor pronta e forse ci vorrà ancora qualche anno prima di vederla completata. Ad ogni modo, è in via di completamento il complesso parrocchiale e venerdì 28 sarà celebrata la prima messa nel salone parrocchiale che, per un tempo che ci si auspica breve, sarà il luogo liturgico della comunità.

 

La realizzazione del progetto di una nuova chiesa ha seguito un percorso, lungo e travagliato e lo è tuttora. Negli anni, si sono alternate soluzioni diverse e in siti differenti, ha visto l’interessamento di almeno cinque vescovi (Conigli, Nuzzi, D’Addario, Seccia e Leuzzi) e quattro gestioni parrocchiali. Dal compianto don Umberto Pilotti, scomparso prematuramente, ai padri salvatori ani, a don Pietro Lalloni, fino agli attuali don Cristian Cavacchioli e don Sergio Mucci. Per tutti è stato un impegno costante, non scevro da sofferenze e delusioni.

 

Per Colleatterrato, a partire dagli anni ’80, il primo sito liturgico fu un garage per poi approdare in un manufatto di legno (la baracca di un cantiere), donato dalla Cogefar, la ditta che aveva costruito l’autostrada del Gran Sasso. Per 35 anni è stato il luogo, dove la comunità si è ritrovata, dove i figli hanno ricevuto i sacramenti, hanno accolto la formazione cristiana, hanno vissuto le esperienze di gruppo e maturato il senso di appartenenza.

 

Il parroco, don Cristian Cavacchioli, esprime così la sua soddisfazione.”Da troppo tempo ci siamo abituati a vedere il cantiere della costruenda chiesa del Risorto a Colleatterrato Basso ora in attività ora fermo e forse molti che si aspettavano una realizzazione più celere (dati gli accordi) ne saranno rimasti delusi. Il prossimo venerdì, però, potremo toccare con mano che il punto più buio della notte è alle spalle: inaugurando il primo salone parrocchiale ad uso liturgico e le sale del primo piano possiamo intravedere le prime luci di un’alba che ancora ha da venire. Rimane il piano inferiore in via di ultimazione e la Chiesa i cui tempi di realizzazione sono difficili da prevedere. Se il Signore non costruisce la casa invano vi faticano i costruttori”.

 

 

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