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Teramo, il ruolo dell’Isituto Zooprofilattico nel report europeo sulle zoonosi

Teramo. Il 9 dicembre 2021 è stato pubblicato il Report One Health sulle zoonosi 2020 in Unione Europea (European Union One Health 2020 Zoonoses Report), uno strumento fondamentale per la comprensione dell’andamento e del rilievo nella UE di numerose zoonosi, ovvero infezioni o malattie che possono essere trasmesse tra gli animali e l’uomo: ad esempio attraverso il consumo di alimenti contaminati o il contatto con animali infetti.

L’iniziativa promossa dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha visto l’IZS dell’Abruzzo e del Molise in un ruolo di primo piano, quale coordinatore del Consorzio di centri di ricerca che, attraverso l’analisi dei dati provenienti da 36 Paesi europei (27 Stati membri UE e 9 Stati non membri), ha contribuito al Report con strumenti innovativi per la diffusione della conoscenza su questo tipo di patologie. Gli altri membri del Consorzio sono l’Istituto Superiore di Sanità, l’IZS delle Venezie, l’IZS della Lombardia e dell’Emilia Romagna e l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare, l’ambiente e il lavoro (ANSES): coinvolti più di 40 esperti nelle diverse zoonosi, in epidemiologia e in sanità pubblica.

Questa vasta collaborazione ha portato alla stesura del Report e alla realizzazione di una vera e propria centrale informativa on line (“dashboard”) dedicata ai focolai di malattie infettive di origine alimentare. Allo stesso tempo il gruppo di centri di ricerca coordinato dall’IZSAM ha creato uno strumento informativo completo e accessibile: una mappa interattiva (“story map”) che guida il cittadino verso una maggiore consapevolezza nei confronti delle tossinfezioni alimentari, delle loro caratteristiche, di come viene effettuata la sorveglianza da parte delle Autorità Sanitarie e delle procedure di prevenzione.

“Le zoonosi oggetto di questo importante lavoro di analisi e divulgazione”, dice il dottor Paolo Calistri, responsabile del reparto di Epidemiologia e Analisi del Rischio dell’IZSAM e coordinatore scientifico del Consorzio, “rappresentano un problema lungo tutta la catena di produzione degli alimenti, quindi strumenti come quelli messi a punto grazie alla collaborazione con EFSA e ECDC permettono una più efficiente programmazione delle misure di prevenzione e controllo in tutti gli Stati dell’Unione Europea. Siamo orgogliosi di aver potuto fornire il nostro contributo allo sviluppo di tale strumento e stiamo già progettando con EFSA e ECDC nuove soluzioni per l’analisi e la divulgazione dei dati sulle zoonosi nella UE”.

“Operazioni come questa”, commenta il Direttore Sanitario dell’IZSAM Giacomo Migliorati “sono perfettamente in linea con lo scenario ‘One Health’, un approccio globale alla salute umana, animale e dell’ambiente come risposta alle sfide che ci attendono. È un profondo cambiamento metodologico e culturale che il nostro Istituto ha abbracciato da tempo e che ispira profondamente tutte le nostre attività. Il Report ci dice che due delle prime cinque tossinfezioni alimentari segnalate in Europa sono la Campilobatteriosi e la Listeriosi, rispettivamente al primo e al quinto posto. Per questi due microrganismi siamo Laboratorio Nazionale di Riferimento con il compito, tra gli altri, di coordinare le attività dei Laboratori ufficiali italiani in un quadro comunitario”.

Il Direttore Generale dell’IZSAM Nicola D’Alterio: “Il Report evidenzia che nel 2020 sono risultati in calo i casi di malattie zoonotiche riferite nell’uomo, così come sono diminuite le infezioni veicolate da alimenti. La zoonosi maggiormente segnalata nell’Unione Europea è stata la Campilobatteriosi con 120.946 casi contro gli oltre 220.000 del 2019. Per noi questo dato è particolarmente significativo poiché il nostro Istituto dal 2007 ricopre il ruolo di Laboratorio Nazionale di Riferimento per Campylobacter” conclude il dottor D’Alterio, “questo patogeno è riconosciuto come il principale agente di gastroenterite nell’uomo, la trasmissione della malattia è legata soprattutto al consumo di carni, specie le carni avicole, consumate crude o poco cotte e a fenomeni di cross-contaminazione durante la preparazione domestica degli alimenti. È vero che i sintomi e gli esiti della Campilobatteriosi sono spesso di modesta entità, tuttavia l’EFSA ha stimato che nell’Unione Europea il costo per i sistemi sanitari e in termini di perdita di produttività è di circa 2,4 miliardi di euro l’anno”.