Teramo in piazza dopo la morte di Ibrahima Dramè FOTO

Ieri pomeriggio Casa del Popolo, Unione Sindacale di Base e la comunità migrante di Teramo si sono recate sul luogo della morte di Ibrahima Dramè, in via Vezzola angolo piazza Sant’Agostino, “per portare vicinanza e solidarietà ai suoi cari e a lui, ennesima vittima del lavoro salariato”.

“Dopo un momento di raccoglimento e il saluto del fratello si è alzato forte il grido della piazza per chiedere giustizia e verità per Ibrahima, morto a soli 25 anni in un cantiere edile. Verità e giustizia ma anche maggiore sicurezza per tutte e tutti, turni più corti, revisione del sistema degli appalti e controlli serrati ai cantieri. Si è ribadito, inoltre, la necessità di abolire la legge Bossi-Fini e il ricatto a cui sono sottoposti i fratelli migranti con il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro e viceversa. Si è ribatto con forza anche la necessità di salari più alti e abolizione di contratti precari, arma con il quale il padrone pone sotto ricatto il lavoratore, rendendolo spesso schiavo e mettendolo spesso in pericolo”.

E concludono: “Piú di mille morti all’anno (fonte INAIL 2022) sono una guerra. Una guerra tra capitale e lavoratori/lavoratrici. Una guerra che stiamo perdendo ma che vogliamo continuare a combattere nel nome di Ibrahima e con i fratelli migranti. Con loro saremo a Roma in piazza il 28 aprile alla manifestazione “NON SULLA NOSTRA PELLE”.

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