Teramo, i medici rispondono all’avvocato Giordano: “Vicini al suo dolore, ma non può denigrare”

Il sindaco medici italiani regionale e provinciale di Teramo rispondono alle accuse dell’avvocato Domenico Giordano, che ha portato alla luce presunte carenze nella cura dei genitori ammalati di Covid 19, con decesso poi della madre.

Gent.mo avvocato Domenico Giordano lei parla di “vicenda privata “ma utilizza la cassa di risonanza di certi programmi del servizio pubblico. Le scriviamo questa lettera a quattro mani. Siamo i dottori Paolo Trentini e Silvio Basile segretario provinciale e presidente regionale del Sindacato Medici Italiani (SMI ).

Paolo pochi giorni orsono ha conteggiato i suoi 35 anni di laurea, ma la sua carta di identità non gli consente di annoverarsi al “gruppo dei due,tre ragazzetti” con i quali, insieme ad una collega con 27 anni di laurea collabora in perfetta sinergia presso la USCA di Teramo.

Personalmente potremmo anche tacere, comprendiamo perfettamente il suo dolore, ma nella nostra veste di rappresentanti dei medici e molti, molti anni di servizio sulle spalle sempre nella medicina territoriale, abbiamo il dovere di farLe notare che Lei certamente, non pienamente consapevole, con la sua frase denigratoria e lesiva offende con valenza molteplice:

-offende il sistema universitario italiano che forma e abilita professionisti e personale sanitario;
-offende e denigra il sistema sanitario regionale e nello specifico quella aziendale di Teramo certamente come è naturale che sia di questi tempi in affanno;
-offende e denigra nella dignità della persona i professionisti nel sillogismo giovani = inesperti/incapaci.  

Un collega veterano però può esprimere giudizi di valore. Noi vediamo tutti i giorni e possiamo constatare la loro dedizione premura e abnegazione.
Ultimo, ma più importante è il danno che arreca a tutti gli innumerevoli pazienti e a tutti quelli attualmente in isolamento domiciliare che percepiscono la sua pubblica accusa proveniente da un qualificato professionista, quale è .
Le sue parole disseminano insidiosamente la sfiducia nel sistema sanitario e nei confronti degli operatori cominciando dai più giovani. Inoltre, in prima persona, siamo impegnati, a trasferire le pratiche e parte del nostro bagaglio di esperienze ai giovani colleghi e le possiamo garantire del loro elevato livello di preparazione e di competenze. Diciamo queste cose consapevoli come con la perdita della fiducia dei cittadini nei confronti dei medici e nel sistema sanitario pubblico, si alimentano le paure e le divisioni che uccidono più del COVID 19.

Ci creda siamo tutti impegnati in prima fila in questa guerra che sta mietendo troppe vittime, anche tra noi. La salute pubblica ha bisogno del sostegno e della fiducia dei cittadini per poter andare avanti. Lo SMI esprime cordoglio per la perdita di sua madre e condivide il suo dolore.

Silvio Basile/PaoloTrentini
presidente regionale/segretario provinciale
SMI Abruzzo SMiTeramo

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