“Siamo distrutti e ancora frastornati, questa notte abbiamo riportato Tommaso in Italia e insieme a noi è tornato anche Elvis il suo inseparabile amico a quattro zampe che era per lui lì un vero membro della famiglia, e così vogliamo considerarlo anche noi”. A parlare è Giulia Caralla, la sorella di Tommaso, il teramano deceduto alle Canarie nei primi giorni di novembre.
Prima dei funerali che si terranno domani alle 14,30 alla Chiesa del Cuore Immacolato di Maria in Piazza Garibaldi a Teramo, la sorella sottolinea alcuni aspetti sul decesso del giovane: “Vorrei chiarire che mio fratello, seppure stesse attraversando un periodo difficile per la morte di nostra mamma a fine giugno, era proiettato verso il futuro, aveva mantenuto impegni di lavoro, aveva in programma di ritornare a Teramo anche per stare vicino a papà, insomma, non crediamo possa essersi trattato di un gesto volontario – dice -Le indagini portate avanti dalla polizia hanno evidenziato delle incongruenze con l’ipotesi del suicidio, perché Tommaso stava partendo per una vacanza in campeggio insieme al suo cane Elvis e a un amico che infatti era in casa a preparare lo zaino nella stanza accanto”.
E ancora: “Tommaso è precipitato dalla finestra della sala/cucina, una finestra bassa, troppo bassa, e con lo zaino pesantissimo sulle spalle. Uno zaino che aveva preparato meticolosamente con la tenda, acqua, cibo e tutto il necessario per passare qualche giorno fuori. Uno zaino molto pesante che molto probabilmente è stato la causa di uno sbilanciamento e della caduta che non gli ha lasciato scampo. Abbiamo saputo che oltre ad aver parlato con me all’ora di pranzo il giorno della sua morte (avvenuta il 6 novembre ore 16,30), aveva chattato con i suoi amici e aveva detto che si steava organizzando per tornare in Italia. Forse ciò che è successo con sicurezza non lo sapremo mai, però siamo sicuri che, Tommy, seppur nella tristezza che aveva seguito la morte di mamma, non era nello stato d’animo di fare un gesto del genere, aveva progetti e piani di cambiamento, aveva voglia di svagarsi, vedeva davanti a lui un futuro che chi si toglie la vita non vede più. E poi non avrebbe mai lasciato solo e abbandonato il suo Elvis.
Io e papà vorremmo ringraziare tutti coloro che ci sono stati vicini in questi giorni dolorosi, che ci hanno aiutato a Puerto per il disbrigo di tutte le pratiche burocratiche, l’amica Sonia per la grande disponibilità, il consolato spagnolo e Stefano Canzio che sono riusciti a velocizzare le pratiche per il rimpatrio”.