“L’attività svolta dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo ha contribuito in larga misura a tamponare le critiche legate all’inadeguatezza del Sistema Sanitario Territoriale nell’attività di contrasto al COVID-19. La pandemia ha fatto chiaramente emergere come il nostro sistema sanitario non abbia certo rappresentato un modello di efficienza e le conseguenze sono state più che evidenti – ha detto – La necessità di reinvestire sulla Sanità ha innescato reazioni a catena essendo una parola magica legata a guadagno. Nell’Ottobre 2020, in piena emergenza COVID19, il personale IZSTE ha ricevuto via e-mail, come “incoraggiamento a proseguire”, il comunicato in allegato da parte della FP CGIL che denunciava come, su pressione delle associazioni sindacali mediche, la Regione Abruzzo non avesse riconosciuto all’attività svolta dai dipendenti IZS il carattere dell’eccezionalità nella gestione dell’emergenza. In base a quanto riportato nel comunicato a firma CGIL, i sindacati medici hanno chiesto alla Regione Abruzzo di estromettere il personale IZS da qualsiasi tipo di riconoscimento economico. L’Istituto Zooprofilattico è un Ente Sanitario di Diritto Pubblico che opera come strumento tecnico-scientifico dello Stato e delle Regioni Abruzzo e Molise. Con lo stato di emergenza dichiarato nel 2020 erano state inizialmente incrementate le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale sanitario, successivamente destinate in generale alle particolari condizioni di lavoro del personale dipendente di Enti ed Aziende del SSN direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenza epidemiologica”.
E ancora: “A quanto sembra, a livello sanitario esistono precise priorità che si traducono nell’Ubi maior minor cessat, con talune professioni ipervalorizzate e altre sottovalorizzate. È stato chiesto di escludere in un momento in cui si doveva responsabilmente includere ed insieme fare muro a livello sanitario contro l’emergenza pandemica collaborando, rispettando e riconoscendo le altrui competenze. Si è deciso di escludere qualsivoglia riconoscimento al personale dell’Istituto, pur sapendo dell’enorme lavoro che si stava svolgendo nei laboratori IZS e questo, con tutto il rispetto per il personale ASL che è stato ed è in frontiera contro il Virus, è veramente vergognoso. Si è decisa tale esclusione, quando la stessa gestione epidemiologica dell’emergenza COVID-19 andava assegnata ai competenti uffici dell’IZS e all’esperienza maturata negli anni in questo settore da personale quotidianamente impegnato nella ricerca sperimentale sull’origine e lo sviluppo delle malattie infettive e diffusive degli animali e trasmissibili all’uomo. Sarebbe stata quindi auspicabile quantomeno una cogestione, nell’ottica del concetto da molti espresso di una sola sanità (One healt). Organizzarsi in tempi brevi per fronteggiare l’emergenza pandemica sia a livello di strutture che di risorse umane, approntare efficienti protocolli di sicurezza evitando criticità al proprio personale impegnato full immersion nell’attività di contrasto al virus, processare oltre 600.000 tamponi molecolari, fornire risposte in tempi brevissimi ed essere tra i primi in Italia riguardo il sequenziamento del genoma virale non ha fatto dei dipendenti IZS degli eroi né ha fatto sì venisse riconosciuta l’eccezionalità del lavoro svolto, come fosse normale attività routinaria lavorare giorno e notte compreso i fine settimana e le Festività. Il messaggio a firma CGIL era propaganda politica di un Sindacato di Sinistra contro una Regione a maggioranza Centro-Destra? Probabile, certo è che nessuno degli altri Sindacati ha controbattuto a tali affermazioni e, ad onor del vero, nessuna sigla sindacale si è dannata l’anima, né ha eretto barriere per contrastare la situazione che si andava delineando”.
Foschi sottolinea ancora che, “Il Ministero e la Regione non hanno speso parola per tornare su decisioni prese a discapito di chi stava in quel momento processando l’80% dei campioni della Regione Abruzzo, oltre ad aver stipulato convenzioni con altre Regioni. Senza parlare della già citata attività di ricerca sul sequenziamento genomico del virus per il rintraccio delle varianti. Nessun dipendente IZS ha incrociato le braccia, pur potendolo a quel punto comprensibilmente fare, sapendo come sarebbe finita la storia e cioè non avrebbe ricevuto altro che la totale indifferenza e svalutazione per le professionalità e l’impegno profuso. La parola “indifferenza” dà l’esatta misura del trattamento riservato ai dipendenti IZS. Ma la cieca burocrazia non conosce riconoscenza, e quindi il veto ultimo dell’integerrimo Collegio dei Revisori dei Conti ha provveduto a chiudere il cerchio bloccando i fondi e anche quel minimo di spettanze contrattuali, data per persa la citata premialità specifica per l’emergenza pandemica e il premio dell’Amministrazione IZS: veto assoluto nonostante le procedure amministrative di controllo fossero le medesime sulla scorta delle quali vi sono state regolari certificazioni rilasciate dagli stessi revisori relativamente alle premialità degli anni precedenti e questo, come già sottolineato da altri sulla stampa, appare veramente singolare; veto noncurante del parere di un’Avvocatura Regionale sull’argomento, la quale aveva al contrario avallato l’ipotesi di consentire l’incentivazione specifica, che risulta altrettanto singolare; veto che sembra non indicare il vero nodo da sciogliere sedendosi attorno ad un tavolo, ma si sostanzia con un continuo sollevare dubbi e richieste ad ogni riunione, senza mai arrivare ad un punto di conciliazione. Risultato ultimo è che i dipendenti dell’Istituto Zooprofilattico sono stati gli unici a trovare cenere e carbone sotto l’albero. Ci si chiede se tutto questo, prima ancora che possibile, sia etico”.