Nel pomeriggio di oggi un detenuto italiano A.D.G., per futili motivi, ha dapprima dato fuoco alla cella creando panico all’interno della sezione poiché il fumo acre del materasso e suppellettili bruciati ha invaso l’intero reparto, e successivamente ha aggredito il personale di polizia penitenziaria accorso a soccorrerlo.
A farlo sapere Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sappe Teramo.
L’uomo “ha sferrato un violento pugno al volto di un agente che ha dovuto far ricorso alle cure presso il pronto soccorso dell’ospedale. Il Sappe esprime la solidarietà e di una pronta guarigione al collega aggredito e rimarca ancora una volta il problema dei detenuti psichiatrici che non sono gestibili all’interno di un carcere che sono già polveriere pronte ad esplodere per il sovraffollamento e coesistenza di detenuti di differenti fede religiosa e cultura”.
E ancora: “Quest’aggressione poteva essere evitata se solo il personale di polizia penitenziaria fosse stato dotato della pistola taser. Tutti gli altri corpi di polizia c’è l’hanno tranne la polizia penitenziaria”.
“Vale la pena ribadire che a Teramo la situazione è aggravata, se possibile, dalle scelte discutibili dell’amministrazione che tende a concentrare in istituti di provincia detenuti affetti da problemi psichiatrici, ad oggi – aggiunge il segretario generale regionale Ruggero Di Giovanni – nel carcere di Teramo sono assegnati più di 20 detenuti con problemi psichiatrici e da alcune indiscrezioni pare siano in arrivo altri 15 detenuti “problematici”. Negli ultimi mesi abbiamo assistito inermi ad almeno 4 aggressioni ai danni dei Poliziotti penitenziari, in media un episodio grave ogni due mesi, e questo senza contare i tentativi di rivolta dello scorso inverno e gli svariati gli episodi di aggressione verbale a danno degli agenti di polizia penitenziaria in forza presso questo istituto”.