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Cronaca Teramo

Teramo: D’Alberto nominato presidente del Comitato Ristretto dei Sindaci

Nella sede della ASL di Teramo, ieri pomeriggio si è riunito il Comitato Ristretto dei Sindaci, composto da Gianguido D’Alberto, Teramo; Antonietta Casciotti, Alba Adriatica; Piergiorgio Ferretti, Atri; Rinaldo Seca, Castelli, Andrea Luzii, Sant’Omero.

La seduta aveva all’ordine del giorno la nomina del Presidente dell’organismo e la valutazione dei primi adempimenti da porre in essere. All’unanimità è stato eletto presidente il Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto.

LE FUNZIONI DEL COMITATO RISTRETTO DEI SINDACI. “Il Comitato Ristretto dei Sindaci”, viene spiegato in una nota, “ha funzioni propositive, consultive e valutative rispetto alla programmazione sanitaria. Ma suo precipuo indirizzo, come dichiarato dallo stesso Presidente D’Alberto, è di “essere voce dei cittadini e di tutti coloro che entrano in relazione con la sanità territoriale”. Le normative nazionali e regionali affidano al Comitato la definizione delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività delle ASL, l’esame dei bilanci e la verifica dell’andamento generale delle attività, contribuendo anche alla definizione dei piani programmatici aziendali. Inoltre, il Comitato deve rendere alla Regione il proprio parere sul raggiungimento degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi assegnati al Direttore Generale. Si tratta di una funzione particolarmente rilevante, quest’ultima, considerato che, in caso di esito negativo, la Regione dichiara la decadenza dall’incarico di Direttore Generale. Questi gli adempimenti prescritti dalla norma; ma il Comitato ha in animo di indicare concretamente la linea sulle politiche sanitarie, con il principale obiettivo di dare nuovo peso alla sanità teramana, sia in riferimento alla propria funzione sia in relazione alle altre realtà sanitarie della regione. La sanità teramana, nel passato, ha rappresentato un’eccellenza nel panorama locale e nazionale e l’obiettivo è di favorire la riappropriazione di tale livello. D’altronde Teramo ha una struttura e una tradizione che consentono ai nostri ospedali di non avere nulla da invidiare ai plessi presenti negli altri comuni capoluogo di Provincia, e per questo le politiche sanitarie saranno tese a farsi strumento per garantire realmente il diritto alla salute”.

In questo senso “sono state pertanto individuate le prime attività di verifica, al fine di pervenire ad una valutazione puntuale dello stato dei fatti. Saranno così valutate le situazioni relative alle liste di attesa, alla mobilità passiva e allo stato del personale, nonché all’atto aziendale. Accanto a tali tematiche ne sono state evidenziate altre, come la questione del project financing per la costruzione del nuovo ospedale, con la contestuale richiesta dell’acquisizione degli atti inerenti la proposta pervenuta alla ASL”.

Il Sindaco di Teramo, in perfetta sintonia con i colleghi, ha manifestato la volontà di incontrare tutti gli operatori del mondo della sanità, invitando prioritariamente sin dalla prossima riunione, il Tribunale del Malato e quindi i sindacati del personale medico e sanitario, gli ordini professionali e le associazioni di volontariato, al fine di aprire un costante tavolo di confronto che dia alle attività dell’organismo il necessario supporto di competenze e valutazioni dirette. Proposta anche la convocazione di una apposita riunione con i Direttori sanitari ed amministrativi dei quattro presìdi ospedalieri, in modo da acquisire informazioni ancor più dettagliate sulle problematiche locali. Ulteriore attività sarà quella di verificare concretamente le singole realtà ospedaliere, non con visite guidate ma attraverso l’acquisizione diretta e l’ottenimento completo delle documentazioni atte a fornire il quadro reale della situazione.

“Particolare attenzione intanto, sarà riservata alla acquisizione dei criteri di assegnazione dei turni, con riferimento alla documentazione relativa al’impiego del personale medico per le ore notturne e per i festivi, il cui utilizzo in questi specifici casi si rileva non di rado inadeguato alle reali necessità che i singoli nosocomi manifestano”.