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Cronaca Teramo

Teramo, Cittadella della Cultura: gli Architetti chiedono di rivedere il bando

In una nota inviata all’Università di Teramo, la Federazione degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Abruzzo e Molise, ha evidenziato una serie di criticità rilevate nel bando per il concorso di idee per la progettazione della “Cittadella della cultura”, presso l’ex manicomio San Antonio Abate a Teramo.

In particolare gli Ordini, “pur sottolineando la strategicità dell’opera in questione che punta alla riqualificazione di una importante parte di città, recuperando un patrimonio immobiliare di alta rilevanza storica e culturale, e alla dotazione di servizi non limitati all’ambito universitario, e dato atto della correttezza formale della procedura”, si vedono costretti ad evidenziare alcuni aspetti che potrebbero limitare la partecipazione al concorso di idee, vanificandone gli obiettivi.

Le criticità evidenziate dagli Architetti.

  • La scadenza temporale, fissata per il giorno 27 agosto unita alla imponente mole di elaborati richiesti, “pone non poche difficoltà organizzative per i professionisti partecipanti, facendo coincidere buona parte dell’arco temporale assegnato con il periodo canonico di ferie (agosto);
  • gli elaborati richiesti, in particolare quelli grafici, appaiono di livello pari o superiore a quelli richiesti per il progetto di fattibilità tecnica ed economica (in particolare gli elaborati grafici in scala 1:100 o superiore) in contrasto con quanto previsto dal comma 3, articolo 156, D.Lgs. 50/2016 nel testo vigente;
  • la retribuzione prevista, consistente nella pubblicazione dei progetti “su una prestigiosa pubblicazione che sarà curata dall’Università degli Studi di Teramo ed inviata alle più prestigiose istituzioni museali ed accademiche del mondo”, del valore stimato (senza che si indichino i parametri e gli elementi di tale stima) di euro 100.000,00, non appare congrua, come invece previsto dai commi 1 e 4 del citato art. 156 del Codice degli Appalti. Come anche sottolineato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha predisposto un’apposita guida l’impegno dei progettisti deve essere adeguatamente riconosciuto. La presenza dei progetti su una pubblicazione sul cui prestigio gli Ordini non vogliono sindacare (ma sarebbe interessante capire come e da chi è stato stabilito), non costituirà certo un incentivo né per i professionisti e gli studi professionali affermati, in quanto non bisognosi di pubblicità internazionale, né tantomeno per i professionisti e gli studi meno “famosi”, che non vedrebbero riconosciuto lo sforzo economico sostenuto per la partecipazione al concorso. Va sottolineato che l’ANAC, con Delibera n. 138 del 21/02/2018, ha chiaramente evidenziato che, in caso di concorsi di progettazione o di idee, i requisiti di qualificazione devono consentire l’accesso ai piccoli e medi operatori economici dell’area tecnica e ai giovani professionisti (art. 154, comma 3, D.Lgs. 50/2016) e la procedura concorsuale in oggetto non facilita tale partecipazione;
  • la “premialità” prevista dal bando, tra l’altro, contraddice quanto previsto dalla vigente normativa in materia di equo compenso, ex Legge 31 dicembre 2012, n. 247, normativa che, ai sensi dell’art.art. 13-bis, comma 2, della legge 4 dicembre 2017, n. 172 , si applica anche ai professionisti tecnici.

Gli Ordini evidenziano, inoltre, “come una procedura di interesse dell’intera città, e non solo, non sia stata preceduta da momenti di incontro e confronto con i portatori di interesse, in primis gli Ordini e Collegi professionali, fatta eccezione per la conferenza stampa di presentazione dell’avvio delle procedure di riqualificazione e recupero del complesso edilizio, di certo utile per acquisire conoscenza della volontà di attivare le procedure di progettazione e realizzazione delle opere, ma non sufficiente per conoscere le proposte e le istanze del territorio, tanto più che l’intera procedura si è svolta, e si svolgerà, in un periodo di vacatio amministrativa dovuta al commissariamento dell’amministrazione comunale e ai necessari tempi di operatività della nuova Giunta e Consiglio del Comune di Teramo”.