“Le organizzazioni sindacali più rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria, vista l’inaccettabile inerzia del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Lazio Abruzzo e Molise e del Dipartimento dell’’Amministrazione Penitenziaria di Roma, chiedono con la presente un vostro autorevole intervento, ognuno per la propria parte, sulla gestione della Casa Circondariale di Teramo attesa la gravissima e quotidiana emergenza che investe detto Istituto Penitenziario”.
Esordisce così la lettera inviata, tra gli altri, anche al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, da parte delle sigle sindacali provinciali di SAPPE, SINAPPE, USPP, UILPA, CISL e CGIL.
“Si evidenzia che negli ultimi anni l’istituto teramano è diventato il “ricettacolo” del distretto dei detenuti ingestibili e riottosi, innumerevoli sono state le aggressioni, gli insulti e minacce, per opera della popolazione detenuta nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria e di tutti gli altri operatori (ad oggi risultano circa 1600 eventi critici a fronte degli 800 dell’anno 2021). A nulla sono valse le innumerevoli segnalazioni e manifestazioni di protesta attuate dalle scriventi, come inutili sono state le precedenti rassicurazioni dell’ex provveditore Cantone ora vice capo D.A.P. volte a limitare le assegnazioni di soggetti “psichiatrici” giacché l’istituto è sprovvisto di un’articolazione dedicata ad essi, aggiungendo poi la mancata formazione del personale di Polizia nella gestione di questi soggetti. Inoltre il 90% delle assegnazioni che il PRAP dispone è per Ordine e Sicurezza, di soggetti ingestibili”.
E ancora: “Si evidenzia altresì in maniera preoccupante che il personale non e debitamente formato per fronteggiare eventi critici, con scarso equipaggiamento e senza protocolli operativi oltre la gravissima carenza di personale di Polizia Penitenziaria, circa il 30% che, a fronte delle 216 unità previste con PCD del 2017 per 320 detenuti, sono in servizio effettivo 166 (ad oggi manca un funzionario, nove ispettori, diciotto sovrintendenti e ventidue agenti) e nonostante ciò il DAP ha da poco trasferito tre neo ispettori teramani usciti dal corso in istituti del nord anziché riassegnarli a Teramo comportando un accumulo di circa 13.000 giornate di congedo ordinario e l’effettuazione di circa 55.000 ore di lavoro straordinario per mandare avanti un sistema prossimo al collasso. A ciò si aggiunge la carenza di altre figure professionali come i funzionari giuridici pedagogici (2) che da cinque unità nel giro di poco tempo sono passati a tre, personale tecnico (idraulico e elettricista), personale amministrativo e contabile (un contabile di cassa assegnata dal corso e poco dopo un mese distaccata presso gli Uffici del PRAP Roma del personale sanitario assegnato per far fronte alla necessità di una popolazione di 320 detenuti a fronte dei 420 e più”.
E proseguono: “Per non citare poi l’emblematica e “kafkiana” situazione che si è venuta a creare con la Direzione di codesto istituto, di fatti il PRAP ha disposto che l’attuale Direttore assuma la reggenza anche di un altro istituto importante della regione Abruzzo quale quella della CR di Sulmona che di fatto in questo particolare momento di tensioni, sovraffollamento insostenibile e di continui atti turbativi per l’ordine e la sicurezza, ricadono inevitabilmente in capo al Dirigente del Corpo. Inoltre la mancanza del personale sanitario infermieristico, dovuta soprattutto ai continui turnover imposto dall’ASL e in alcuni casi dalle dimissioni dello stesso personale, per la scarsa sicurezza in cui è costretto a operare e per le difficili condizioni lavorative in cui versa l’Istituto. Pertanto, tale situazione di estremo disagio ricade inevitabilmente su tutti gli operatori penitenziari in particolare sulla Polizia Penitenziaria e provoca una grave compromissione dei diritti soggettivi e dell’ordine e della sicurezza dell’Istituto Teramano. Ancor di più si rappresenta un’intollerabile compressione delle relazioni sindacali, caratterizzati dalla mancata attuazione degli accordi, pattizi da parte della Direzione e dai mancati riscontri alle numerose note sindacali. Per tutto quanto sopra esposto, le scriventi Organizzazioni Sindacali sono costrette ad indire lo stato di agitazione del personale di Polizia Penitenziaria e l’interruzione delle relazioni sindacali con la Direzione e contestualmente richiedono per l’ennesima volta , ai vertici del Dipartimento, un provvedimento deflativo, riportando l’istituto ad una capienza regolamentare (275 detenuti) a fronte delle 422 , con un sovraffollamento che si attesta al 150% e nell’immediato un provvedimento di blocco delle assegnazioni, al fine di riportare la popolazione detenuta a numeri più adeguati alla struttura per una gestione ottimale degli stessi soprattutto sotto il profilo della sicurezza e per un percorso di rieducazione compiuta e adeguata”.
In assenza di urgente riscontro, le organizzazioni sindacali, intraprenderanno tutte le azioni necessarie a tutela del personale.