Attraverso un comunicato congiunto la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri e il Responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Laga, nonchè Docente in scienze sociali presso l’Università dell’Aquila, Gianni Di Giacomantonio chiedono alle Istituzioni competenti – governo e Regione Abruzzo – di estendere l’elenco delle categorie da vaccinare con priorità anche ai lavoratori dei servizi sociali, categoria particolarmente esposta al rischio in virtù dei numerosi contatti con persone anziane, disabili, tossicodipendenti, disagiati psichici.
“Dopo il mio appello rivolto alla regione Abruzzo – afferma la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri – con cui chiedevo di modificare con atto autonomo le decisioni del governo e di includere i disabili e i caregiver nella protezione vaccinale prioritaria, sono stata contattata dal Professor Gianni Di Giacomantonio, il quale ha evidenziato come i lavoratori dei servizi sociali siano stati dimenticati e discriminati nella predisposizione del piano vaccinale. Ritengo assolutamente doveroso riconoscere il ruolo importante rivestito dagli assistenti sociali sul territorio e considerare, viste le modalità di svolgimento del lavoro con continui incontri personali con l’utenza, la loro forte esposizione al rischio di contrarre e di trasmettere il virus. Auspico, pertanto, un intervento o statale o regionale di integrazione che possa prevedere la collocazione prioritaria di questa categoria nel piano vaccinale anti Covid”.
“Pur comprendendo la complessità del momento – afferma il Responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della Laga Gianni Di Giacomantonio – e nella piena consapevolezza della esiguità dei vaccini disponibili, ritengo che il Piano vaccinale, varato dal governo, evidenzi, nella prima fase di somministrazione, una serie di incomprensibili esclusi o, per meglio dire, differiti. Mi riferisco ai lavoratori dei servizi sociali territoriali, con specifico riferimento a coloro che svolgono funzioni istituzionali e non differibili. Operatori che, in ossequio della Decretazione d’urgenza, nel pieno della pandemia non si sono mai sottratti ai propri obblighi, alcuni dei quali connessi a procedimenti delicati e dirimenti per il benessere e la vita stessa delle persone. Operatori che, senza ricorrere alla statistica inferenziale, sono tra le categorie più esposte al rischio di contagio”.