Val Vibrata. La ripresa delle operazioni di taglio degli alberi da parte dell’Anas, lungo il tracciato della Statale 259, favorisce una nuova presa di posizione.
Gli ordini professionali degli architetti e degli agronomi e forestali, infatti, hanno trasmesso una nota all’Anas per chiedere lo stop al taglio degli alberi (si parla per ragioni di sicurezza) e di costituire un tavolo di lavoro che favorisca la conservazione degli esemplari sani e di adottare misure di sicurezza stradale, che non si traducano necessariamente con l’eliminazione delle alberate.
“Non è credibile – dichiara il Presidente dell’Ordine degli Architetti, Raffaele Di Marcello – che tutti gli alberi tagliati o in procinto di essere abbattuti, siano malati o a rischio crollo. Piuttosto è verosimile che l’ANAS, come accaduto altrove, preferisca eliminare il problema, anche eventuale, letteralmente alla radice, tagliando esemplari sani, per evitarne la manutenzione ed eventuali contenziosi in caso di incidenti”.
“Le alberate stradali – evidenzia la Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, Meri Serrini – hanno un’importante funzione paesaggistica e ambientale, e il loro abbattimento indiscriminato comporta un costo enorme per la collettività. Non è possibile – continua la Serrini – in nome di una presunta maggiore sicurezza stravolgere paesaggi consolidati e privare i cittadini di servizi ecosistemici importanti”.
Gli Ordini hanno inviato una nota all’Anas, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla Regione Abruzzo, al nucleo Carabinieri Forestali, per richiedere un intervento immediato che fermi i tagli e la verifica dell’esistenza di tutte le necessarie autorizzazioni.
“Le nostre strade – concludono i due presidenti – non sono circuiti per le corse. L’adozione di misure di protezione passiva e l’istituzione di limiti di velocità, oltre ad azioni di controllo repressivo contro le violazioni del codice della strada, sono certo molto più efficaci della desertificazione dei nostri territori. Ci auguriamo che il buon senso, ed il rispetto delle norme nazionali, Legge 10/2013 e D.Lgs. 42/20041 in primis, fermino le ruspe e le motoseghe, sperando che non sia già troppo tardi”.