“Non ci sono più le condizioni per il dialogo, dopo che per l’ennesima volta abbiamo constatato i ritardi del pagamento dello stipendio da parte della Pap su tutti gli appalti pubblici. Come Filcams Cgil Teramo abbiamo ribadito ieri in Prefettura la situazione grave e oramai costante in cui versano lavoratrici e lavoratori degli appalti pubblici citati. Alla già nota vicenda delle lavoratrici della Casa di Riposo si aggiungono tutte le altre lavoratrici e lavoratori della Pap impiegati in tutti gli altri appalti pubblici. Sono oramai anni che si continua una battaglia sindacale che ha portato continui tavoli e continue iniziative. Grazie alle nostre azioni abbiamo quantomeno limitato i danni, ma oggi la misura è colma“.
“Dopo aver tentato tutte le strade possibili”, continua il sindacato, “dopo aver intrapreso tutte le azioni che potevano portare ad una soluzione, non abbiamo potuto che constatare il limite invalicabile oltre il quale ci risulta impossibile andare avanti. Con l’occasione della procedura di raffreddamento abbiamo chiesto agli enti pubblici convocati una soluzione definitiva, abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà riguardo questa situazione drammatica che colpisce centinaia di lavoratrici. Ci siamo rivolti alla Prefettura a cui abbiamo posto l’interrogativo riguardo il potere che lo Stato e l’amministrazione pubblica, in questo caso, devono esercitare affinchè ci si avvii ad una soluzione definitiva. Abbiamo chiesto di porre fine a questo faticoso stillicidio che porta non solo situazioni di disagio economico alle tantissime famiglie interessate, ma porta ad una frustrazione psicologica diventata oramai insostenibile. Pensare che dentro gli appalti pubblici, dentro gli appalti governati da enti che rappresentano lo Stato possano accadere situazioni di illegittimità e illegalità non è accettabile”.
“Ora però è tempo di decisioni definitive, ora è tempo di dimostrare che le istituzioni possono ancora evitare queste drammaticità e possano davvero essere vicine a lavoratrici e lavoratori. Ieri, ancora una volta, non ci sono state date garanzie, non ci sono state fornite date dei pagamenti e una prospettiva che inglobasse un piano o una road map che quantomeno potesse dare una prospettiva. Ci rammarichiamo perchè, ancora una volta, al centro della discussione del tavolo l’azienda Pap non ha messo il pagamento degli stipendi, ma le difficoltà aziendali”.
“Come Sindacato”, conclude la Filcams Cgil Teramo, “non ci sottraiamo alla discussione riguardo le difficoltà aziendali o al meccanismo della malagestione riguardo gli appalti pubblici che portano conseguenze sulle spalle di lavoratrici e lavoratori, ma per l’ennesima volta registriamo una mancanza di rispetto verso lavoratrici e lavoratori, che ricordiamo e che è stato ricordato da tutte le istituzioni intervenute, hanno continuato a mantenere un servizio pubblico con dignità e professionalità senza percepire lo stipendio. Sono oramai settimane, peraltro, che l’azienda non comunica più con l’Organizzazione Sindacale ne si è prodigata a chiamare, a comunicare alle lavoratrici e ai lavoratori, a intervenire e a provare la strada del dialogo. Abbiamo trovato i telefoni liberi e nessuna risposta, nè alcuna comunicazione scritta ci è pervenuta. Insomma oltre il danno… la beffa. “Non ti pago, non mi interessa nemmeno dirtelo e non ho alcuna intenzione di dirti che cosa succede e quando casomai ho intenzione di pagare”. Pensavamo di sederci al tavolo della Prefettura avendo davanti un’azienda che avesse al primo posto un pensiero per lavoratrici e lavoratori e per la situazione in cui si trovano, ci siamo trovati invece un’azienda che addirittura, innervosita per i toni incalzanti del Sindacato (lavoratrici e lavoratori ogni giorno hanno toni anche più che incalzanti), ha minacciato di abbandonare il tavolo”.
“Incredibile come l’azienda, fulcro dei problemi di discussione del tavolo e fulcro della condizione esasperata di centinaia di lavoratrici e lavoratori, si permetta il lusso di minacciare l’abbandono del tavolo. Per queste ragioni oggi proclamiamo lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori ed è stata individuata la data del 15 Dicembre il giorno in cui lavoratrici e lavoratori delle mense si asterranno dal lavoro”.
Il 15 Dicembre, infatti, ci sarà lo sciopero generale per la manovra finanziaria e la Cgil Abruzzo-Molise organizzerà un corteo che terminerà sotto l’assessorato alla Sanità. “Proprio all’assessore regionale della Sanità chiederemo se fosse mai possibile che dentro gli Ospedali di Teramo, dentro la Casa di Riposo e dentro le scuole le lavoratrici che garantiscono un pasto a pazienti, anziani e bambini possono rimanere senza stipendio”.
La Filcams Cgil Teramo ritiene “grave e non più negoziabile qualunque altra soluzione che non porti il giorno prestabilito dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro al pagamento degli stipendi. Auspichiamo che, insieme agli enti pubblici interessati, si trovi una soluzione immediata e ci auguriamo di non dover constatare, all’interno della nostra Provincia di Teramo, che lo Stato e le istituzioni possano essere inermi riguardo una vertenza che ha già causato problemi di salute fisica e mentale a tantissime lavoratrici e lavoratori”.
“Noi non ci fermeremo e convocheremo scioperi ad oltranza se non verrà messa la parola fine e si volterà pagina riguardo le lavoratrici e i lavoratori impiegati nelle mense degli enti pubblici della nostra Provincia. Chiediamo, fin da subito, l’interessamento anche delle istituzioni governative e continueremo a batterci perchè non ci siano più ritardi negli appalti pubblici riguardo il pagamento degli stipendi. Sarà sciopero il 15 Dicembre, ma sarà sciopero fino a quando non si troverà una soluzione definitiva”.
“Ringraziamo gli enti pubblici, tutti”, concludono, “che sono intervenuti perchè hanno capito realmente la situazione e tutti si sono dimostrati disponibili nel prendere decisioni definitive e a trovare soluzioni che possano scrivere la parola fine a questa situazione. Ringraziamo anche la Prefettura che fino all’ultimo ha tentato di capire quale possibile altra soluzione affinchè il tavolo si chiudesse con un parere non negativo, ma non ci sono state le condizioni e quindi la proclamazione dello sciopero è stata inevitabile. Ora però è tempo di decisioni definitive, ora è tempo di dimostrare che le istituzioni possono ancora evitare queste drammaticità e possano davvero essere vicine a lavoratrici e lavoratori”.