Per certi versi è come riavvolgere il nastro. Interrotto qualche anno fa e riattualizzarlo non dimenticando quello che è stato il percorso degli ultimi dieci anni. A suonare una sorta di un campanello sulla vicenda è Domenico Di Matteo, ex sindaco, ora consigliere di minoranza che assieme al suo gruppo (l’associazione Obiettivo Tortoreto) rimette al centro del dibattito cittadino il nodo del sottopasso di via Carducci.
Opera inaugurata nel 2011, ma nelle intenzioni degli amministratori di allora (giunta Monti), dopo le modifiche progettuali, avrebbe dovuto assicurare il transito delle auto, ed anche dei pedoni e ciclisti. Ad oggi, però, dopo un timido tentativo (subito arenatosi nel 2015), la carreggiata è fruibile solo per biciclette e pedoni. Ma non alle auto.
La ricostruzione. Durante una capillare conferenza stampa i consiglieri Domenico Di Matteo e Thea Petrini e il segretario dell’associazione, Adriano Cavatassi, hanno ricostruito nel dettaglio tutto il percorso della vicenda. Progettualità avviata nel 2007 (sindaco Di Matteo), con il piano dei sottopassi. Opere che prevedevano la realizzazione degli attraversamenti in via Trieste, Carducci e Spataro. Tutti interventi finanziati delle Ferrovie (progettazione e opere), mentre a carico del Comune gli oneri relativi allo spostamento dei sotto-servizi (circa 120mila euro). “Nel 2009”, racconta Di Matteo, “ giunta Monti, con Piccioni allora vicesindaco, “ si decide di mutare il progetto per via Carducci.
Viene finanziato uno studio di fattibilità e l’opera in parte rivista con una spesa complessiva di circa 580mila euro. Somma alla quale poi va aggiunta una recente transazione con il progettista per opere extra. Allora si disse che le modifiche servivano per allargare la carreggiata e consentire il passaggio anche delle auto. Ad oggi, però, dopo 10 anni tutto è rimasto come allora. A cosa è servito spendere altri soldi pubblici per modificare l’opera per renderla carrabile, ma l’attraversamento resta ancora chiuso alle auto”. Da parte dell’associazione arrivano delle sollecitazioni all’amministrazione comunale di chiarire la situazione e soprattutto di fare in modo di aprire al traffico il sottopasso.
“ Il danno era stato fatto in precedenza”, chiosa Thea Petrini, “ ora bisogna rimediare. Dare uno sfogo al traffico in una zona congestionata, come via Carducci, deve rappresentare un obiettivo”. Una riflessione viene fatta anche dal segretario Adriano Cavatassi. “ Con l’attuale progetto” aggiunge”, è stata abbattuta la casa del ferroviere, con due appartamenti che potevano essere a disposizione del Comune, mentre ora lo spazio è in abbandono. Così come alcuni locali di risulta che le Ferrovie avrebbe potuto cedere all’Ente.