La squadra mobile di Teramo ha eseguito nelle scorse ore tre misure cautelari (due in carcere, una agli arresti domiciliari) per i reati di usura, estorsione e tentata estorsione.
Vittima un’imprenditrice di Silvi che si è rivolta alle forze dell’ordine ormai esasperata dopo il fallimento della sua azienda e le pressanti richieste dei tre soggetti (due conviventi di cui un uomo di etnia rom ed un altro uomo di nazionalità italiana, quest’ultimo ai domiciliari). Secondo la ricostruzione della squadra mobile, coordinata dalla procura della Repubblica di Teramo, la donna si sarebbe rivolta ai tre soggetti per scongiurare che la sua abitazione finisse all’asta dopo il fallimento dell’azienda.
L’incubo è iniziato a giugno dello scorso anno, quando l’imprenditrice ha iniziato ad accettare prestiti pur di evitare che la situazione peggiorasse. I due conviventi però, sempre secondo i riscontri della polizia, avrebbero poco dopo cominciato a minacciare la donna per telefono e di persona al fine di avere la restituzione delle somme ma con tassi di usura. Sempre per onorare il debito, avrebbero inoltre costretto il figlio della vittima ad assumere il figlio dei conviventi presso la sua azienda.
Dei soggetti destinatari di misura cautelare non sono state fornite le generalità da procura e forze dell’ordine, nonostante gli arresti ed il fatto che i due conviventi si trovino già in carcere a Castrogno per altri reati.