La Flc Cgil Teramo commenta l’ordinanza che regolamenta il funzionamento delle graduatorie GPS per le nomine nel prossimo anno scolastico.
“Nell’illustrare l’ordinanza il ministero si è detto orientato ad attribuire i contratti di supplenza a chi è inserito in 1 fascia con riserva per aver conseguito un titolo estero ed è in attesa di riconoscimento. La scelta viene motivata affermando che il Ministero ha ricevuto quasi 12 mila istanze di riconoscimento di titoli conseguiti all’estero, di cui oltre 10 mila riguardano titoli di specializzazione nel sostegno conseguiti all’estero. In questo contesto c’è stato molto contenzioso da parte degli specializzati all’estero per ottenere il riconoscimento. Gli Uffici vogliono procedere quindi rafforzando le strutture che si occuperanno dei processi di riconoscimento e, contemporaneamente, attribuire i contratti, nelle more del riconoscimento”.
Per la provincia di Teramo “ciò comporterebbe la nomina di almeno 100 specializzati all’estero sul sostegno, senza il riconoscimento del titolo”.
La FLC CGIL di Teramo non condivide tale scelta per una serie di ragioni:
1. considerato che l’85% dei titoli esteri sono specializzazioni su sostegno ottenute in Paesi in cui non esiste l’inclusione degli alunni disabili, e ancora ci sono le classi differenziali, occorre innanzitutto tutelare il diritto allo studio degli studenti disabili prendendo che chi lavora abbia un titolo e una formazione adeguata. Questo obiettivo si realizza dando massima priorità a chi si è formato in Italia, con percorsi incentrati sul modello della didattica inclusiva.
2. Non è ammissibile che docenti che hanno superato selezioni, percorsi formativi con obbligo di frequenza, laboratori, oltre 300 ore di tirocinio si vedono scavalcati da chi non ha un titolo riconosciuto e non ha fatto alcun percorso selettivo o formativo con obbligo di frequenza. Questo scatenerebbe nuovo contenzioso e creerebbe un precedente pericoloso: nei prossimi mesi le GPS potrebbero essere usate sia per attribuire contratti a TD che per attribuire contratti finalizzati alle immissione in ruolo, come avvenuto negli ultimi 2 anni. Assegnare le immissioni in ruolo a chi non ha un titolo riconosciuto, scavalcando chi è abilitato o specializzato in Italia sarebbe un errore grave e un messaggio che calpesta il merito e i sacrifici di chi ha studiato e si è formato nel nostro Paese.
3. Il fenomeno dei titoli esteri nasce dal meccanismo con cui soggetti privati lucrano sulla pelle di precari e lavoratori della scuola che cercano disperatamente uno sbocco per conseguire l’abilitazione o la specializzazione. A questa domanda di formazione il Ministero deve rispondere organizzando percorsi abilitanti e di specializzazione in misura adeguata ai bisogni della scuola e dei precari.
Abbiamo chiesto al Ministero un confronto sul tema. Non faremo passi indietro nella tutela dei diritti fondamentali di studenti e insegnanti abilitati e specializzati in Italia”.