Durante l’ispezione, sono state rilevate sostanziali difformità tra lo stato dei luoghi e le prescrizioni vincolanti impartite alle stesse ditte dalle rispettive autorizzazioni ambientali rilasciate loro, nonché accertando in alcuni casi, il superamento dei limiti di alcuni valori nei reflui industriali immessi in pubblica rete fognaria.
L’attività di controllo in questione rientra nel più ampio filone di verifiche condotte dalla Guardia Costiera nel corso del mese di dicembre, che ha portato anche alla segnalazione all’Autorità Giudiziaria dei titolari quattro società per violazioni ambientali in materia di scarichi industriali e stoccaggio di rifiuti.
Nello specifico, ai cinque accertamenti ha fatto seguito l’elevazione di due verbali relativi al superamento di alcuni valori nei reflui industriali prodotti, con sanzioni dall’importo variabile tra i 3.000 e i 30.000 euro (a seconda della gravità della violazione), e ulteriori tre verbali per la mancata ottemperanza alle prescrizioni delle autorizzazioni ambientali, anch’essi di importo variabile tra 1.500 e 15.000 euro.
In particolare, il superamento dei valori ha riguardato parametri tra i quali, ad esempio, gli escherichia coli e i solidi sospesi.
Parametri che le analisi sui campioni prelevati all’atto del controllo dai militari della Guardia Costiera, eseguite dai laboratori ARTA, hanno riscontrato essere ben superiori rispetto ai limiti previsti: rispettivamente, 30 volte superiore il limite massimo nel primo caso, e 10 volte nel secondo, con le evidenti conseguenze sulla qualità dei reflui avviati al ciclo depurativo e il concreto rischio che gli stessi depuratori – predisposti per operare sulla base dei parametri-limite previsti per legge – potessero non essere in grado di far fronte alla significativa carica batterica e inquinante dei reflui ricevuti.
Le difformità rispetto ai titoli autorizzativi ambientali, invece, hanno riguardato – tra gli altri – in uno dei tre casi, proprio la mancata predisposizione da parte di una società, del prescritto sistema di contenimento e riduzione della carica batterica degli stessi reflui immessi in fognatura, nonché, in un secondo caso, per una seconda ditta, la mancata tempestiva denuncia alla società di gestione della rete fognaria, di un guasto occorso sulla tubazione di collegamento tra un sistema interno di cisterne di sedimentazione dell’impianto di depurazione servente l’attività di lavorazione, necessario per la successiva immissione in fognatura.
“L’attività in questione – ha affermato Claudio Bernetti, Comandante della Guardia Costiera di Giulianova – continuerà senza sosta con la finalità di tenere sempre elevato il livello di attenzione sulla qualità ambientale delle acque che confluiscono, attraverso i fiumi, nel nostro mare, patrimonio dell’intera collettività.”