Ma un semplice sacchetto, con un panino, un frutto e una bottiglia d’acqua. La comunicazione è stata fatta nei giorni scorsi, ad alcuni malati in terapia, uniformando (secondo quanto stabilito dalla Asl di Teramo) nella sostanza quello che da tempo accade anche nei centri oncologici di Teramo e Giulianova.
La vicenda. La cosa, ovviamente, non è andata giù ai malati e c’è chi in qualche modo ha voluto avere spiegazioni a questo stato di cose, chiedendo lumi a chi guida la sanità abruzzese, ossia l’assessore Silvio Paolucci. Il paziente, facendosi carico anche delle lamentele dei presenti, ha scritto un post sulla pagina Facebook dell’assessore Paolucci.
“ Dopo qualche minuto”, racconta Marco Ruggieri, che da alcuni anni è in cura al day hospital oncologico del Val Vibrata, “ non solo il post era stato cancellato, ma addirittura ero stato bloccato. Ma non finisce qui. Dopo alcuni minuti addirittura arriva una donna da Teramo, forse mandata dalla Asl, che mi ha cercato per spiegarmi quella che era la decisione”.
Sin qui il racconto di una vicenda particolare. Poi c’è l’aspetto più ampio della questione, che è quello legato al trattamento di coloro che frequentano l’ospedale perché alle prese con gravi malattie. “Ci sono malati che faticano a masticare”, racconta ancora Ruggieri, “figurarsi se dopo essersi sottoposti alla chemio possono mangiare un panino. Avrebbero bisogno di un pasto caldo, ancora più indicato in inverno quando sentono freddo. E tengo a precisare che la professionalità che esiste a Sant’Omero, nel reparto in questione, è di assoluto valore”.
Il caso diventa anche politico. Di fronte ad una situazione che ha subito acceso la discussione sui social (per l’episodio specifico, ma anche per la decisione di non somministrare più il pasto completo), c’è chi prende una posizione molto netta al riguardo. E’ il caso di Domenico Di Matteo, presidente del Movimento Civico Val Vibrata Monti della Laga, che va giù duro.
“Quello che è accaduto è di una gravità assoluta”, commenta Di Matteo, “ perché la decisione dell’assessore regionale va a penalizzare, oltremisura, una fascia debole della popolazione, ossia chi lotta e convive ogni giorno con la malattia. Risparmi? Io credo che si siano mille rivoli dove contenere la spesa sanitaria e non certo limitandosi a servire un panino e una bottiglia d’acqua ai pazienti del day-hospital oncologico. Nel corso degli anni, anche quando ero sindaco, sono state fatte delle battaglie a difesa e tutela dell’ospedale di Sant’Omero, nell’ottica di frenare la mobilità passiva.
Ora abbiamo una struttura nella quale esistono professionalità rispettabili in ambito medico e paramedico e questa situazione non è onestamente tollerabile. Mi auguro che la Asl torni sui propri passi, non soltanto per il presidio di Sant’Omero, ma anche per Teramo e Giulianova”.